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Pedrosa, l’eroe silenzioso di Sepang e Valencia

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Dani Pedrosa, vincitore morale in MotoGP

Non sempre il più forte è quello che vince, e non sempre chi è acclamato eroe merita l’appellativo. Mentre la polemica del triangolo Rossi-Marquez-Lorenzo infiammava i paddock, soltanto un pilota di livello ha avuto il buon senso di non mettersi in mezzo e continuare la sua corsa: Dani Pedrosa. E’ lui l’eroe silenzioso di questo finale di mondiale, il vincitore morale delle ultime due gare. Di certo non il tandem spagnolo, di certo non Rossi.

FINO ALLA FINE – Parliamo chiaramente, l’unico momento a Valencia in cui Rossi ha avuto una possibilità di vincere il mondiale è stato a due giri dalla fine. Pedrosa ha recuperato tantissimo su Marquez e Lorenzo, e sta spingendo per superare il compagno di squadra. Un attacco inutile ai fini di una classifica mondiale già chiusa per le due Honda, soprattutto dopo che Iannone si è steso. Ma Pedrosa ci prova comunque, segno che a lui ciò che succede tra Rossi e Lorenzo non interessa, proprio per niente. In quel piccolo duello tra i due spagnoli della Honda si è accesa l’unica speranza per Rossi. Se si fossero toccati sarebbe stato campione del mondo. Non è andata così, e nell’ultimo giro Dani non ha avuto la forza (e le gomme, probabilmente) per provarci. Forse nemmeno il coraggio, perché il ricordo di quanto accaduto qualche anno prima a Estoril è ancora vivo. Allora fu Hayden a rischiare il mondiale, poi vinto in ogni caso. Stavolta stendere uno spagnolo penalizzandone un altro sarebbe stato troppo,  soprattutto per uno che non ha il seguito di tifosi dei suoi rivali. Anche se in pista ha dimostrato di essere il più corretto. Perché a Sepang, mentre Marquez ostacolava Rossi e il dottore reagiva con un calcio, Pedrosa filava in testa al gruppo, senza fare calcoli di nessun genere. Mentre Lorenzo a fine gara entrava a urlare contro i giudici della Dorna, Pedrosa festeggiava la sua vittoria serafico, senza parlare della gara degli altri. Chiamatelo “Camomillo”, se volete. Di certo Dani non farà la storia del motociclismo, e nemmeno quella di questo mondiale. Il mondiale di uno spagnolo che urla contro la Dorna dopo essere stato aiutato da un altro spagnolo, “Cabroncito” non a caso. Ai danni di un italiano di 36 anni con 9 titoli in bacheca, che risponde alle provocazioni di un ragazzino con parole, gestacci e calci. Di sicuro non passerà alla storia Pedrosa, ma per come si è chiusa la stagione è meglio così. Meglio restare nell’anonimato che uscirne per sporcare una carriera pulitissima. Una carriera da “Camomillo” e non da “Cabroncito”.

Sono Davide Terraneo, studente di 19 anni diplomato al liceo classico. Ho praticato tennis, calcio e atletica e sono un appassionato di ciclismo. Da maggio 2014 sono un arbitro FIGC. Scrivo per passione e per raccontare le emozioni e i valori che lo sport trasmette a chi lo pratica e a chi lo segue.

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