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La ricetta giusta per conquistare un titolo NCAA: ecco gli ingredienti di coach John Calipari!

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Boston, 04 Aprile 2012 – Dopo il meritatissimo titolo NCAA (ieri abbiamo analizzato il cammino dei Kentucky Wildcats) vinto la notte precedente, John Calipari si gode la partita del TD Garden tra Boston e San Antonio Spurs. Come prevedibile, quando si incontrano Garnett e Duncan offrono sempre uno spettacolo meraviglioso agli occhi di chi ama il basket tecnico e agonistico che sanno offrire questi due mostri sacri dell’NBA. Forse, mentre guardava il match, Calipari avrà pensato alle innumerevoli voci che vogliono i giocatori dei suoi Wildcats paragonati a questo o a quell’altro giocatore.

Anthony Davis, per esempio, viene sempre più frequentemente paragonato a Kevin Garnett come modo di giocare. La struttura esile e la muscolatura non troppo sviluppata lo rendono fisicamente simile al giocatore che ha fatto le fortune di Boston nelle ultime stagioni. Il jumper dalla media distanza non è lo stesso ovviamente, ma la meccanica di tiro e la continuità con cui ha iniziato a tirare da quella posizione suggeriscono ampi margini di miglioramento. Le braccia smisuratamente lunge (quasi 2,4 metri di “apertura alare”) gli permettono di essere un eccellente rimbalzista e stoppatore pur non avendo una grandissima forza muscolare. La maggior qualità di Davis, però, è l’intelligenza difensiva. In questo frangente, molti osservatori lo paragonano al primo Tim Duncan, che riusciva a influenzare l’andamento di un’azione di gioco semplicemente occupando una determinata posizione piuttosto che un’altra. Altre doti in comune con il caraibico sono il carisma, l’umiltà e l’etica del lavoro che ha dimostrato nell’anno al college, in cui ha migliorato tanti aspetti del suo gioco e limato alcuni difetti che potevano limitare la sua crescita. Inoltre, come Duncan, ha il 99% di possibilità di essere chiamato con la 1°scelta assoluta al Draft che si svolgerà a Maggio di quest’anno.

Sempre più spesso, invece, Micheal Kidd-Gilchrist viene paragonato per doti fisiche e tecniche a Gerald Wallace, vista la grande propensione a catturare rimbalzi e al fisico possente per una SF. Secondo gli osservatori che lo stanno seguendo, Kidd-Gilchrist potrebbe essere addirittura scelto nelle prime 3 posizioni del prossimo Draft. Questo lo porterebbe ad essere un giocatore di importanza fondamentale per la franchigia che dovesse sceglierlo, con tutti le responsabilità che ne deriverebbero. Michael, però, già da quest’anno ha dimostrato una grande presenza di spirito, sostituendosi varie volte a Davis come trascinatore in campo della squadra, soprattutto nel finale di alcune partite bollenti durante la stagione. Inoltre, il bagaglio tecnico del giocatore è senza dubbio destinato ad aumentare, vista la giovane età (Freshman classe 1993) e visti gli enormi miglioramenti effettuati in un solo anno di college.

Oltre ai due “campioni” della squadra, ci sono altri giocatori che hanno dato un fondamentale contributo alla vittoria del titolo e che certamente quest’anno verranno chiamati a giocare nell’NBA durante il Draft di Maggio.

Marquis Teague è uno dei freshman reclutati da John Calipari e ha da subito preso il posto di playmaker titolare dei Wildcats. Ha una discreta visione di gioco e un tiro da dietro l’arco niente male. In tutta questa stagione ha guidato la transizione di Kentucky regalando parecchi assist a Davis, Jones e Kidd-Gilchrist. Molti osservatori ritengono che possa essere scelto tra la fine del primo e l’inizio del secondo giro del prossimo draft.

Terrence Jones, invece, poteva già essere in NBA ma lo scorso anno, con grande sorpresa di tutti, ha rinunciato al passaggio nei professionisti per migliorare il suo gioco. E’ un’ala che al college ricopriva efficacemente sia la posizione di PF che quella di SF, ma che in NBA dovrà necessariamente adattarsi al ruolo di SF, visto il fisico che possiede (204 cm per 111 kg di peso). Ha un buon tiro da 3 punti e una discreta visione di gioco, con delle doti di passatore non eccelse ma che hanno fatto le fortune di Davis in alcuni momenti della stagione.

Doron Lamb è l’altro sophomore dello starting five di coach Calipari ed è candidato anche lui ad un posto tra la fine del primo giro e l’inizio del secondo giro di questo Draft NBA. Gioca come SG ed è uno scorer che fa del tiro una delle (poche) freccie al suo arco. Possiede un ball handling degno di un playmaker e che gli permette di portare palla in transizione e di servire i compagni con precisi assist.

Oltre a loro, nella miscela esplosiva preparata da John Calipari a inizio stagione, c’è anche Darius Miller, il “vecchietto” della squadra (in realtà ha solo 22 anni) ed è al suo ultimo anno di università. Quest’anno ha svolto il ruolo di sesto uomo, entrando dalla panchina e portando punti preziosi, oltre ad una buona dose di esperienza, fondamentale in molti tratti della partita.

Questi giocatori probabilmente non avrebbero vinto il titolo NCAA fossero stati chiamati da un’altra università. Forse neanche Calipari avrebbe vinto il titolo quest’anno se avesse chiamato altri giocatori a giocare per lui. Invece tutti si sono trovati al posto giusto al momento giusto. Il talento di queste giovani promesse del basket statunitense è stato amministrato con perizia e coscienza, consentendo ai ragazzi di divertirsi. In campo tutti giocavano come se fossero al campetto, però con la grinta di chi vuole vincere a tutti i costi e non solo partecipare. Calipari ha messo in questa squadra una parte di se. E’ stato questo l’ingrediente segreto della ricetta per il titolo.

Vittoriano Cimmarrusti

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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