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Contrordine compagni: “nessuna cementificazione”, parola di Delrio

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Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo Renzi

La furiosa polemica scatenata dall’emendamento “filo-edilizio”? L’incubo di una nuova stagione di speculazioni e degrado? Le parole che hanno provocato la ferma reazione di Legambiente e diviso il Governo (pure il Pd, ma questo non fa notizia)? Parole? Quali parole? Non ci sono più. Le ho cancellate stanotte, racconta il ministro “sbianchettatore” Graziano Delrio alla Gazzetta dello Sport. Tanto rumore per nulla, insomma, quella era una semplice bozza, come a dire volevamo vedere se stavate attenti. “Parliamo di cose reali” – esordisce il ministro con un tono che non ammette repliche – “Non ci sarà nessuna cementificazione, ma una velocizzazione di tutte le procedure per superare il difetto infrastrutturale del nostro Paese non solo sui grandi stadi, ma anche su tutti gli impianti sportivi. Con il nuovo testo” – quello partorito nottetempo con l’aiuto del bianchetto, ndr – “ci sarà un percorso accelerato per velocizzare le procedure di costruzione dell’impianto anche con le sue funzioni commerciali. Per quanto riguarda gli strumenti perequativi, le cosiddette compensazioni, quella è una materia che spetta ai Comuni“. Tranquilli, allora: siamo in buone mani.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò

Il presidente del Coni Giovanni Malagò

IL BRIVIDO DEL DEJA’-VU – Ma qual è il testo incriminato, quali sono le parole infilate “per sbaglio” in una semplice “bozza” corretta in fretta e furia dal ministro? Eccole: “l’intervento può prevedere insediamenti edilizi o interventi urbanistici entrambi di qualunque ambito o destinazione, anche non contigui agli impianti sportivi, che risultino funzionali al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’intervento e concorrenti alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio di riferimento“, che in parole povere significa che i costruttori possono fare quello che vogliono e dove vogliono altrimenti il gioco non vale la candela. Cosa volete che sia? Dettagli, piccolezze, sciocchezzuole che possono allarmare solo quei talebani di Legambiente e che comunque il solerte ministro ha già fatto sparire per dimostrare agli italiani che non ci saranno “né speculazione edilizia, né devastazione del territorio” e che “il testo del governo sarà coerente con questi principi“. Via, quindi, ogni riferimento agli “insediamenti edilizi” e alle aree “non contigue” a quella del nuovo impianto sportivo. Ora il testo riveduto e corretto è “stato consegnato al Presidente del Consiglio” afferma raggiante Delrio, che aggiunge: “Il Governo ha fatto il suo lavoro, ora spetta al Parlamento decidere“.

E mentre gli spin doctor in servizio permanente effettivo monopolizzano i media per rassicurare l’opinione pubblica sulla buona condotta del governo e le sue buonissime intenzioni, il presidente del Coni Giovanni Malagò chiosa auspicando che il nuovo testo metta finalmente tutti d’accordo: “Si è lavorato fra persone di buon senso. L’importante è che si possano fare gli impianti sportivi. E’ questo che ci interessa“. Già, e sta a cuore anche a noi. Ma il territorio del nostro Paese, ex-Giardino d’Europa, ci interessa di più.

Enrico Steidler

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