Radu ispira Shakespeare, il 10 della Juve non sarà un fantasista, troppa sicurezza Milan

Radu o non Radu?

Dopo la clamorosa papera di Ionat Radu in casa Inter c’è apprensione. Neanche a farlo apposta dopo la partita di Coppa Italia che l’Inter aveva giocato a San Siro contro l’Empoli il procuratore del portiere nerazzurro era uscito così: “C’è la Champions, il campionato, non credo che Handanovic debba giocare per forza tutte le partite. Poi speriamo di no, ma se capitasse un infortunio cosa si fa con Radu? Gli si dice adesso vieni che servi? Ci vuole rispetto. Continuo a pensare che avrebbe potuto lasciare spazio al suo secondo e non comportarsi come con Padelli, con cui era successa la stessa cosa“. Radu non aveva giocato nemmeno in Coppa Italia e tra le parole di Oscar Damiani e qualche polemica di troppo la questione si era risolta con un nulla di fatto. A distanza di due mesi però Radu è tornato a far parlare di sé nella sfida contro il Bologna. Con Handanovic non al meglio l’interrogativo è di quelli Shakespiriani e Simone Inzaghi dovrà capire se schierare tra i pali nuovamente Radu o piuttosto affidarsi a Samir, seppur a mezzo servizio. La partita che l’Inter disputerà in casa dell’Udinese è decisiva e sbavature e errori sono assolutamente vietati, portiere avvisato mezzo salvato.

Cosa fare con Radu?

Il nuovo numero 10 della Juventus

Con la partenza ormai annunciata di Paulo Dybala il numero 10 bianconero è vacante e la corsa per accaparrarsi la gloriosa casacca potrebbe essere terminata ancor prima di iniziare. L’indiziato numero uno per ereditare il pesante fardello è Federico Chiesa, che da esterno d’attacco non sarebbe propriamente il fantasista che tutti sognano, ma le qualità del giocatore calzerebbero a pennello con quel numero. All’interno dello spogliatoio nessuno sembra opporre resistenza, anche se i tifosi storcono il naso perché quel maledetto e meraviglioso numero 10 in passato è stato sulla schiena di grandissimi campioni. Chiesa e il numero 10 sono la metafora perfetta della metamorfosi di una squadra che in passato riempiva gli armadietti dello spogliatoio con le maglie dei grandi interpreti del pallone, mentre il presente riserva futuri o probabili campioni. Il malcontento si estende alla società, perché non tutti sarebbero d’accordo sulle strategie di mercato di Madama e un eventuale conflitto interno alla società non gioverebbe sicuramente all’ambiente.

Il nuovo numero 10 della Juventus

Milan: tanta e forse troppa sicurezza

Il gol di Tonali all’ultimo respiro e la clamorosa papera di Radu sembrano aver cucito quasi per intero lo Scudetto sulla maglia a tinte rossonere. I tifosi sono entusiasti e i giocatori dispensano pillole di ottimismo sui social, ma qualcuno rimane cauto.  Due punti di vantaggio a quattro giornate dalla fine sono tantissimi e il Diavolo dovrà e potrà gestire al meglio il margine sui cugini. Le vertigini però a volte giocano brutti scherzi ed è già successo una volta in questo campionato, con il Milan che una volta toccata la vetta ha perso terreno riprecipitando in seconda posizione. Il calendario non è di quelli semplicissimi e Stefano Pioli non grida ancora vittoria, seppur l’aria che si respira nello spogliatoio, secondo tanti, è già quella di una festa annunciata. La Fiorentina arriverà a San Siro con il coltello tra i denti e il Milan dovrà quindi fare molta attenzione ai dettagli, che nel punto focale della stagione non devono essere trascurati.

Ibra nella storia della Serie A