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Se Ranocchia non diventa principe

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Andrea Ranocchia, è stato allenato da Antonio Conte nella stagione 2008-2009 nel Bari che conquistò la promozione in Serie A
Andrea Ranocchia, è stato allenato da Antonio Conte nella stagione 2008-2009 nel Bari che conquistò la promozione in Serie A

Andrea Ranocchia, è stato allenato da Antonio Conte nella stagione 2008-2009 nel Bari che conquistò la promozione in Serie A

Correva la stagione di serie A 2009-2010: l’Inter rivince l’ennesimo scudetto e si avvia al mourinhiano triplete, Di Natale diventa capocannoniere di Serie A e Miccoli e Cassano trascinano Palermo e Sampdoria nelle zone altissime della classifica. Ma una novità è destinata a colpire l’intero campionato, e la porta il Bari, capace quell’anno, da neopromossa, di raggiungere il 10°posto in classifica!

PALLA LUNGA? NON PIU’ – I galletti raccolgono applausi dovunque vanno, a prescindere dal risultato, per il loro calcio spregiudicato ed arioso, in grado di capitalizzare ogni pallone. In particolare stupisce come l’azione d’attacco parta addirittura dal rilancio del portiere, con Gillet che gioca palla a terra verso i due centrali capace come pochi di impostare la manovra. Ecco: quei due centrale erano l’invidia di tutta Italia e si chiamavano Bonucci e Ranocchia:  se Bonucci era visto come un  ottimo mestierante, Ranocchia sembrava l’astro nascente. Pericoloso di testa, sicuro palla al piede, viene paragonato per eleganza e classe al suo idolo Nesta e fioccano lodi sperticate per lui sui maggiori quotidiani.

C’E’ CHI SCENDE E C’E’ CHI SALE – Inutile dirlo, quei due non restano a Bari un anno di più: Bonucci va alla Juventus per 15,5 milioni di euro ma a detta di tutti è l’Inter ad aver fatto l’affare, portandosi a casa Ranocchia (via Genoa) per 18,5 milioni di euro. Purtroppo per il ragazzo il passaggio è traumatico: sottoposto alla pressione di una grande, Ranocchia fa emergere tutti i suoi limiti in concentrazione e marcatura, dimostrandosi molto maldestro quando deve limitarsi a contenere più che ad impostare. Non a caso, l’unico a dargli completa fiducia, è un allenatore suo omonimo che si dimostra ancor più tremebondo di lui: Andrea Stramaccioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oggi Ranocchia è l’anello debole della difesa di Mazzarri, ammonito e fatto a pezzi nell’ultima goleada del Napoli al San Paolo (4-2, con tutti gli attaccanti partenopei a segno), con Campagnaro che non riesce a coprire tutti i buchi che il povero Ranocchia mai diventato principe lascia per tentare le sue scorribande a centrocampo. E Bonucci? Alla Juve trova la sua dimensione perfetta e diventa perno difensivo, inamovibile o quasi, per Conte e per Prandelli, arrivando addirittura ad essere il tiratore designato quando le sfide della Nazionale finiscono ai rigori.

Tutto questo mentre il povero Ranocchia si preoccupa e si dispera: la trasformazione in principe per il bacio di Eupalla sembra ancora lontanissima…

Modestino Picariello

Polemico, pedante, pignolo, poco fedele al suo nome (la modestia è dannosa se sei consapevole dei tuoi limiti) ma molto al suo cognome ( piccolo bandito, che fugge dai recinti dell'informazione a un coro solo). Perché leggermi? Perché sono chiaro, informato e motivo precisamente ogni mia opinione

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