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La rinascita di Moise Kean tra Fiorentina e nazionale
Nella tradizione italiana, il viola è legato alla sfortuna, soprattutto nel mondo dello spettacolo. È una credenza che risale al Medioevo, quando durante la Quaresima, periodo liturgico in cui chiese e addobbi sacri erano colorati di viola, erano vietate le rappresentazioni teatrali. Per gli artisti, quel periodo significava mancanza di lavoro e quindi di guadagno. Erano momenti di fame, di magra. Ed ecco che da lì il viola è diventato il colore della sfortuna. Guai a metterlo a teatro, guai a indossarlo sul palco.
Eppure c’è a chi il viola porta fortuna. E chi con il viola ha costruito la sua rinascita. Stiamo parlando di Moise Kean, che si è preso Firenze, ma anche la Nazionale.
I numeri della rinascita
8 gol in Serie A in 13 giornate, che diventano 11 reti stagionali se si considerano anche i 3 gol messi a segno in Conference League. Doppia cifra già a novembre, niente male per un calciatore arrivato in estate per “appena” 15 milioni di euro dalla Juventus. Sono questi i numeri di Kean e della sua rinascita, sono questi i numeri che stanno trascinando la Fiorentina nella parte alta della classifica.
E il segreto è tutto in Kean, certo, ma anche in chi ha saputo plasmarlo, come mister Palladino. “Mi sento un fratello maggiore per Moise – ha raccontato in una recente intervista – È il primo che ho chiamato a Firenze. Non veniva da anni importanti, ma abbiamo creduto nel ragazzo e nel calciatore. Può fare un grande campionato ma deve stare sempre bene fisicamente”. C’è solo un anno in cui Kean è andato meglio: stagione 2020-2021, Paris Saint Germain, Ligue 1. A fine campionato saranno 17 centri in 41 partite. Era un Kean diverso, quello che aveva salutato la Juventus per andare all’Everton. Un Kean che a Torino non aveva trovato il suo spazio. Allegri, in conferenza stampa, ne parlava così: “La maglia della Juventus pesa molto più di qualunque altra in Serie A. Perdere un pallone o sbagliare un gol qui, non è come farlo altrove”. A Firenze, invece, è tutta un’altra cosa.
Kean, tra rap e razzismo
Dai primi calci all’oratorio di Vercelli a oggi, Kean è andato avanti a suon di calcio e a suon di musica. Soprattutto rap, una passione che lo ha portato a pubblicare addirittura un brano, “Outfit”. Presto potrebbe arrivarne un altro, con l’amico e collega del Milan Rafa Leao, e magari perché no anche con McKennie, con il quale ha condiviso lo spogliatoio ai tempi della Juventus.
Musica e divertimento, ma non solo. Kean ha anche le sue battaglie, come quella contro il razzismo: “Sono nato in Italia e so quanto sia difficile per un uomo di colore vivere in questo Paese, fin dai tempi della scuola. È la mia battaglia più grande”. Una battaglia che adesso sta vincendo anche a suon di gol. Facendo ricredere tutti. E facendo felice chi ha deciso di puntare su di lui.