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Milan: un successo, ma solo nei numeri
Novanta minuti di sofferenza e catenaccio, un pareggio che vale una qualificazione e tanti milioni di euro, ma è per molti versi una sconfitta. Lo 0-0 di ieri contro l’Ajax permette al Milan di essere l’unica squadra italiana agli ottavi di Champions League, ma il prezzo pagato è una partita di anti-calcio, che tutto fa meno che rendere onore alla banda di Allegri.
CALCIO ALL’ITALIANA – Bastava un pareggio, e così è stato. I rossoneri si sono trovati davanti una squadra modesta, abilmente guidata da un grande allenatore, Frank De Boer, capace di far sfoggio del marchio di fabbrica dell’universo Ajax, il calcio totale, sviluppato però da interpreti mediocri. Nonostante ciò, il Milan non è mai stato in grado di imporre un abbozzo di gioco, subendo per tutta la partita le sortite offensive degli avversari, incapaci di sfondare il muro milanista. Unica attenuante per i padroni di casa è stata l’espulsione nel primo tempo di Montolivo, ma l’atteggiamento dei primi venti minuti dimostra che con lui il campo il cliché dell’incontro non sarebbe mutato granché.
HA VINTO L’AJAX – Nei fatti, l’unica cosa che contava era arrivare agli ottavi, il Milan c’è riuscito, l’Ajax no, ma ad uscire vincitori dal campo sono stati gli olandesi, arrembanti e coraggiosi dal primo all’ultimo minuto. Sconfitti sì, ma a testa alta. Lo dimostrano le parole a fine gara di De Boer, che ha affermato: “ Purtroppo nel calcio non sempre vincono le squadre più belle, ma noi siamo comunque soddisfatti del nostro cammino, non abbiamo paura di nessuno”. Nessuna paura, ed invece davanti a lui una squadra terrorizzata, che si è affidata ai palleggi da giocoliere di Balotelli per perdere più tempo possibile. Un tempo che non finiva mai, novanta minuti che sembravano durare giorni.
“SIATE DA MILAN” – Chissà che è passato per la testa a Silvio Berlusconi, in visita ieri a Milanello prima della partita e “motivatore” per un giorno. Il presidente rossonero è un cultore del bel “giuoco” e dello spettacolo, è abituato ai trionfi di Sacchi e a punteggi tennistici in una finale di Champions, al bel calcio insomma. Ha guardato negli occhi i suoi giocatori, uno ad uno, invocando uno slogan che alla luce del risultato ottenuto sembra essere quasi surreale: “Siate da Milan”. Messaggio non ricevuto, evidentemente.
Antonio Casu (@antoniocasu_)