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Uccide un leone e si pavoneggia su Facebook: nei guai la presentatrice tv Melissa Bachman

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La caccia in condizioni ambientali proibitive è una cosa, filmarla un’altra. Andare in giro con più di 60 libbre (27 chili, ndr) di equipaggiamento attraverso ogni tipo di terreno e in condizioni meteo avverse può essere davvero estenuante. Ma quando le cose vanno per il verso giusto e vengono immortalate sulla pellicola, il senso di appagamento è incredibile”. Già. Peccato che l’americana Melissa Bachman, abituata fin da piccola ad andare a caccia di animali indifesi, non sapesse cosa vuol dire andare a caccia di guai e mettersi dalla parte sbagliata del fucile. Cacciatrice hardcore, come ama definirsi, e conduttrice di Winchester passione mortale, uno show televisivo dedicato alle sue mirabolanti imprese venatorie, l’avvenente Melissa ha pensato bene di diffondere sui social network la foto che la ritrae sorridente accanto a un leone vittima della sua infallibile doppietta – “Grande giornata oggi in Sudafrica” commenta entusiasta – e la risposta non si è fatta attendere: a Città del Capo è stata avviata una petizione (oltre 12 mila le firme già raccolte) per negarle ogni accesso al Paese in futuro e i suoi profili on line sono sommersi di critiche, insulti e minacce provenienti da tutto il mondo.

Souvenir di un safari

Souvenir di un safari

DEADLY PASSION – Melissa Bachman “è in totale contraddizione con la cultura della conservazione della quale questo Paese è orgoglioso” spiega Elan Burman, promotore della petizione, e anche se in alcune riserve la caccia al leone è consentita è evidente che i sudafricani non amano questo genere di pubblicità macabra. Ma quello che è davvero stomachevole, al di là dei delitti, è l’esibizione così compiaciuta e volgare dei “trofei” e la sanguinaria accuratezza delle inquadrature. Difficile, poi, non restare allibiti di fronte alla disinvoltura di quest’Angelo della morte che si mette in posa accanto a file di conigli o di volpi sanguinanti sorridendo a trentadue denti. E se si pensa che la sua deadly passion è diventata un business redditizio e addirittura uno show allora si capisce perfettamente il suo buonumore ma non altrettanto la sua (e la nostra) società. E’ più colpevole lei o chi le permette di essere così?

L'amica dei coccodrilli

L’amica dei coccodrilli

ATTENUANTI (TROPPO) GENERICHE – Tuttavia basta fare un breve giro nella galleria degli orrori (il suo sito web) per accorgersi che Melissa Bachman non è solo carnefice ma anche vittima. Clicchiamo sulla sezione dedicata all’infanzia della serial-killer, infatti, e davanti a noi scorrono le terrificanti immagini di una bambina “educata” alla violenza fin dalla nascita, una frugolina di sì e no 5 anni che mostra orgogliosa i cadaveri di anatre, fagiani, volpi e pesci di ogni forma e dimensione e che non vede l’ora di diventare “brava come papà”. Se la nausea non ha il sopravvento, si passa così dal primo arco con le frecce e l’archibugio del nonno ad armi via via sempre più sofisticate e micidiali, e le prede – che l’adolescente e poi adulta Melissa esibisce con lo stesso sorriso radioso e incosciente della bambina – sono come medaglie appuntate sulla sua uniforme mimetica (o i bikini mozzafiato): cinghiali, cervi, antilocapre, orsi, lupi e maestosi volatili in Minnesota e dintorni, leoni, coccodrilli e gazzelle nelle savane del Continente Nero. Non è quindi colpa di Melissa se la sua formazione e la sua crescita si sono ridotte a un fatto meramente “toracico” o poco più. E’ anche vero, però, che le responsabilità sono individuali, e chi posa trionfante accanto a un coccodrillo impiccato al ramo di un albero o al cadavere di un leone non può essere giudicato con clemenza dal tribunale di Facebook. Ora non c’è anfratto né cespuglio in cui Melissa possa nascondersi e trovare rifugio: gli utenti del web sono meno indifesi degli animali che lei uccide allegramente, e ora l’hanno messa nel mirino. Bang! Bang!

Enrico Steidler

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