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Lucas Leiva, il brasiliano atipico che ha cambiato la Lazio
Pubblicato
2 anni fa|
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Gianpiero FarinaUn rigore per trascinare la Lazio in semifinale di Coppa Italia. Lucas Leiva il 31 gennaio ha probabilmente toccato il punto più alto della sua avventura in maglia biancoceleste. Ma, per chi ha vissuto dieci anni al Liverpool forse questa non è altro che un qualcosa di normale. Esperienza, carattere e personalità: basterebbero queste tre parole per descriverlo. Ma il buon Lucas in fondo è anche molto altro. E non solo per quel suo bisnonno toscano che gli permette di avere il doppio passaporto e un po’ d’Italia in lui.
Gli inizi al Gremio
Nato a Dourados il 9 gennaio 1987, inizia la sua carriera nelle giovanili del Gremio. Il 22 ottobre 2005, all’età di 18 anni, fa il suo debutto nel calcio professionistico. La stagione 2006 è quella in cui inizia a mettere in mostra le sue capacità, totalizzando 32 presenze nel Brasilerao e realizzando 4 reti. Con la maglia del club brasiliano conquista ben due campionato Gaucho. Arriva però anche una delusione: la sconfitta in finale di Copa Libertadores contro il Boca Juniors, datata 20 giugno 2007. Le sue qualità però non passano inosservate e Lucas Leiva viene acquistato dal Liverpool. I Reds sborsano per lui circa dieci milioni di euro, una cifra non indifferente per un ragazzo di appena vent’anni.
Un decennio storico
Il video di saluti dei compagni e le lacrime delle due cuoche delle squadre alla notizia della sua cessione: basterebbe questo per spiegare cosa abbia rappresentato il centrocampista brasiliano in Inghilterra. Giusto però partire dall’inizio, perché non tutto è stato semplice e in discesa. Per il verdeoro è stato difficile staccarsi dalla famiglia e cambiare completamente vita. In più per lui, quantomeno nei primi mesi, è complicato trovare tanto spazio con continuità. Davanti ci sono mostri sacri come Gerrard, Xabi Alonso e Mascherano. Il buon Lucas ha però tenacia e determinazione da vendere. Ed è anche per questo che viene definito un brasiliano atipico, ossia tutto l’opposto del tutto genio, fantasia e saudade. Leiva impara dai campioni che lo circondano e si costruisce una carriera da play difensivo. Solido, affidabile e grande interditore: in Inghilterra lo conosco e lo ricorderanno così. Con il Liverpool non è un titolare inamovibile, anche a causa di tanti infortuni, tra cui uno grave al ginocchio nel 2011. L’ex Gremio però ha la personalità giusta ed è per questo che era e resterà un simbolo dei Reds.
Uomo spogliatoio in biancoceleste
Sostituire Lucas Leiva. È con questo compito che classe 1987 sbarca alla Lazio nel luglio del 2017. Igli Tare individua in lui l’uomo giusto per fare fare il definitivo salto di qualità al centrocampo della Lazio. E, nonostante qualcuno sottolinei come le caratteristiche tra i due giocatori siano tutt’altro che simili, il direttore sportivo dei biancocelesti ci vede lungo. E basta una semplice partita per capirlo, ossia quella di Supercoppa contro la Juventus. L’ex Liverpool prende in mano la mediana dei capitolini, proteggendo la difesa, sviluppando e costruendo l’azione.. Ed è quello che farà per tutta la stagione. Perché se Immobile è implacabile, se Milinkovic e Luis Alberto sono liberi di svariare e di illuminare con la loro classe il merito è anche di chi sta dietro. La delusione è la Champions che sfuma. Ma Leiva ormai, in solo un anno e mezzo, è diventato uomo spogliatoio. Lo spiegano le sue parole quando si presenta davanti a microfoni. Lo spiega l’esultanza dopo il rigore contro l’Inter. Un brasiliano atipico che si è preso la Lazio. E che pian piano, dal punto di vista della mentalità e della personalità, è riuscito a cambiarla. Occorre dare a Lucas quel che è di Lucas.
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