Prima Pagina
Ibrahimovic, che ci fai ancora in Italia?
Una tempesta proveniente dall’Oriente promette di stravolgere il calcio italiano. No, Thohir non c’entra nulla stavolta: si parla del Milan. La pioggia d’oro lanciata sulla sponda rossonera dei Navigli da Mr. Bee ha riportato alla carica il condor Galliani, protagonista di un tour europeo dal sapore nostalgico di fine anni Ottanta. Il Milan, ridicolizzato da anni di mediocrità, vuole tornare a vincere. Il primo nome sulla lista dell’amministratore delegato è Zlatan Ibrahimovic. Ancora lui. La “bandiera” più sventolata d’Europa (più o meno ovunque rotoli un pallone da calcio), potrebbe tornare sul luogo del delitto. Ancora una volta. L’operazione, ai limiti del capolavoro per il Milan, sarebbe inspiegabile per il divino Zlatan. Non mancano i motivi per pensarlo.
L’ULTIMA OCCASIONE – Un paio di pillole: Ibrahimovic compirà 34 anni il prossimo 3 ottobre, ha giocato in Olanda, Spagna, Francia e, sopratutto, Italia, vestendo le maglie di Juventus, Inter e Milan. Il campione svedese ha vinto dieci campionati, quindici coppe nazionali, un Mondiale per club ed una Supercoppa europea. Manca qualcosa? Sì, un incubo ricorrente nella sua testa quanto Lex Luthor nei pensieri di Clark Kent: la Champions League. Ci sarebbe anche il Pallone d’oro, ma è noto a tutti il passo a due del calcio mondiale degli ultimi anni. Ibrahimovic sogna da una vita la “Coppa dalle grandi orecchie”, la desidera e la vuole ad ogni costo. Perché tornare in Italia, allora? Perché firmare l’ultimo grande contratto della sua vita con una squadra che non disputerà la prossima Champions? Perché farlo a 34 anni, nel momento in cui non è ancora finito sul viale del tramonto?
FORSE… È CAMBIATO – Tanti, troppi perché, pochissime sicurezze. Quasi nessuna. Anzi una sì: il denaro. No, neanche quello. Mr.Bee pensa in grande, ma non potrebbe garantire allo svedese l’ingaggio attuale (14 milioni di euro a stagione), quindi il taglio sarebbe netto (6,5 milioni all’anno per tre stagioni). E allora cosa potrebbe portare Ibra a risposare il Diavolo e tornare nel Belpaese? Le esigenze modaiole della moglie? Oppure il cuore? Il cuore? Barzellette, se si pensa ai precedenti. Sennò? Il Milan è la squadra in cui si è trovato meglio? Non si può escludere. Si è trovato tanto bene da rinunciare ad una nuova esperienza in un campionato straniero (Chelsea e Manchester United sarebbero perfette in questo senso) e mettere da parte l’incubo più ricorrente? Tutto è possibile, anche per il più algido dei romantici. L’ultima opzione è legata a Galliani: ha smesso i panni del condor e ha vestito quelli dell’incantatore di serpenti? Chissà, anche se con uno soprannominato Ibracadabra l’impresa sarebbe ardua.
@antoniocasu_