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Pereira-Inter, storia di un amore mai nato. Sia lodato (il) San Paolo
L’estate 2012 si avvia ai titoli di coda e l’Inter è nel pieno della propria fase di ricostruzione, due anni dopo il grande Triplete. Vanno via parecchi eroi di Madrid, su tutti Julio Cesar, Maicon e Lucio. I tifosi vivono un’era piena di dubbi, divisi tra lo smarrimento che accompagna le cessioni dei big e la voglia di ricominciare, di assistere ad un nuovo ciclo vincente presa ormai coscienza del fatto che quello precedente si è completamente esaurito. Alla guida della squadra c’è Andrea Stramaccioni, l’enfant prodige degli allenatori distintosi l’anno prima per aver salvato almeno in parte una stagione disastrosa. Di new faces ce ne sono a bizzeffe: Handanovic, Palacio, Cassano. E poi lui: Alvaro Pereira. Strappato alla concorrenza di vari club europei per la bellezza di 10 milioni. Arriva dal Porto – dove ha vinto parecchio – e qualcuno comincia a costruirgli la fama di nuovo Maicon, sebbene il terzino uruguagio preferisca agire sulla corsia opposta: l’uno destro, l’altro sinistro. Ventisette anni, pronto ad entrare nella fase clou della propria carriera, pronto ad arrivare al top. A lui l’Inter vorrebbe affidare il ruolo di laterale mancino su per giù per i successivi 5 anni. Non andrà a finire proprio cosi.
STORIA DI UN AMORE MAI NATO – Non andrà a finire cosi perchè sostanzialmente l’amore tra Pereira e l’Inter non esplode mai. I tifosi si aspettano tanto da lui, che invece fatica ad abituarsi a ritmi e tatticismi del calcio italiano. Le prime partite a dire il vero sono anche incoraggianti: dopo soltanto un mese realizza addirittura il primo gol con la maglia nerazzurra nel 2-0 al Chievo. Poi pian piano le cose cambiano. Pereira non riesce a convincere. Non lo aiuta ovviamente la stagione dell’Inter, in preda a crisi d’identità continue ed apparentemente irrisolvibili. Fatto sta che Alvaro chiude il suo primo anno in Italia con più delusioni che gioie, ma è pronto a riscattarsi nella seconda stagione in Serie A. Ammesso che una seconda stagione ci sia.
DA NUOVO MAICON ALLA TERRA DI MAICON – E la seconda stagione in Italia c’è. Sebbene le voci su un suo trasferimento rimangano insistenti lungo tutto il corso dell’estate, ai nastri di partenza Pereira è a disposizione di Mazzarri, neotecnico nerazzurro. Nuovo taglio di capelli e tanta voglia di riscatto. Ma non girerà bene neppure stavolta. Cinque misere presenze in campionato e due in Coppa Italia, condite da prestazioni non proprio alla Maicon. L’entusiasmo per il suo arrivo ed il gol col Chievo distano soltanto un annetto scarso, ma quei tempi adesso sembrano lontani anni luce. Doveva essere il nuovo Maicon, alla fine della giostra con Maicon avrà soltanto una cosa in comune: l’aver giocato sia in Italia che in Brasile. Si fa sotto il San Paolo e l’Inter lo manda via in prestito a gennaio, per un anno e mezzo: diritto di riscatto successivo fissato a 6,5 milioni. L’impressione però è che dalle parti della Pinetina Alvaro non si vedrà più. Probabilmente questa separazione gioverà a tutti. All’Inter, che si libera di un ingaggio comunque importante assicurato ad un giocatore scivolato via via ai margini. Ed a Pereira, che in Italia proprio non s’era ambientato e proverà in Brasile a ritrovare grinta e passo dei bei tempi vissuti in quel di Oporto. Le premesse erano buone, ma la passione non è mai scoppiata. E allora è proprio il caso di dirlo: sia lodato (il) San Paolo.
Vincenzo Galdieri
Twitter: @Vince_Galdieri