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Pareggite? Passa anche con un po’ di Liga
Una delle malattie più contagiose del calcio italiano è la fastidiosissima pareggite e l’ultima giornata di Serie A ne è stato un esempio lampante. Chievo, Juventus, Milan, Napoli e Fiorentina hanno ottenuto il bottino pieno nei loro match, mentre altre come Roma e Inter hanno dovuto arrendersi al fattore X. A parte il Chievo, vittorioso per 3-0 sul Livorno, nelle vittorie delle altre quattro squadre c’è un elemento comune: la Liga. Si, basta un pizzico di Liga per guarire dalla pareggite, basta citofonare oggi a casa Della Valle, Agnelli o De Laurentiis per rendersene conto visto che i giocatori arivati dal campionato spagnolo sono stati fondamentali in questa giornata per Fiorentina, Juventus e Napoli. A onor del vero, anche Kakà contro il Catania ha fatto un’ottima impressione ma Ricky in Liga non ha fatto sfracelli e l’avventura spagnola è sembrata per lui solo una parentesi grigia tra le pagine rossonere e oro della sua carriera.
BORJA MUNDIAL – La squadra di Montella è quella ad aver anticipato la tendenza spagnola: Borja Valero, Rodriguez e Giuseppe Rossi infatti sono arrivati in Italia già da un po’ dopo che il sottomarino giallo del Villareal è sprofondato nelle acque della seconda divisione. Arrivati tutti e tre a prezzo di saldo hanno fatto la fortuna della società viola e soprattutto Borja Valero ha mostrato tutte le sue qualità nel pirotecnico 4-3 che ha visto i viola avere la meglio sul Verona: visione di gioco, tempismo negli inserimenti e fiuto del gol le qualità dello spagnolo che a Firenze sta vivendo una seconda giovinezza nella speranza di una chiamata di Del Bosque per vivere l’estate brasiliana del Mondiale. Il fiuto di Pradè per gli affari è ormai rinomato e gli appena sette milioni di Euro spesi per il centrocampista potrebbero fruttare tre volte tanto la prossima estate. Le big d’Europa sono già pronte a restituirgli fiducia ma se una città come Firenze ti dà già tutto, forse anche il Mondiale, la fiducia altrui passa tranquillamente in secondo piano.
HIGUAIN E’ TORNATO – Il Napoli di Benitez ha più di una spruzzata di Liga nel suo dna. Dal tecnico a Callejòn, da Albiol a Higuain, il campionato spagnolo è stato fonte di ispirazione e sogni per il presidente De Laurentiis e, si spera sotto il Vesuvio, anche di vittorie. Dopo più di due mesi “El Pipita” è tornato al gol su azione in campionato in grande stile, riuscendo a scacciare, con la sua doppietta, tutti i nuvoloni neri che si erano formati sul San Paolo. In campionato le sconfitte contro Juve e Parma non hanno pregiudicato nulla, almeno non in ottica terzo posto (grazie anche alla pareggite dell’Inter di Mazzarri), in Champions la sconfitta con il Dortmund obbliga gli azzurri a cercare l’impresa contro l’Arsenal tra dieci giorni. Il Napoli di ieri ha approfittato anche dell’inadeguatezza della retroguardia laziale, quello di domani dovrà fare qualcosa in più per riuscire a passare il turno in Europa. Non è impossibile ma rimane difficile. Dipenderà anche dalla forma degli sprazzi di Liga della squadra partenopea.
IL COLPO DI TESTA DI “NANDO” – Quella che più ha beneficiato di una pillola di Liga è stata la Juventus, i cui sintomi di pareggite contro l’Udinese sono durati per ben 91 minuti fino alla zuccata di Fernando Llorente da Pamplona. Su di lui in questi mesi si è scritto tutto e il contrario di tutto, grazie anche alle sue prestazioni in costante e continua crescita. Chi era pronto a rimpiangere la partenza di Matri ha riposto nel cassetto i propri rimpianti e le profezie da Cassandra grazie ai gol decisivi e alle ottime prove del Rey Leòn che, assimilato il lavoro di Conte, è diventato letale e imprescindibile. Il campionato è ancora lungo ma se Llorente dovesse mantenere questo stato di grazia, il terzo scudetto dell’era Conte potrebbe non essere così combattuto.
BAMBINI IN CURVA E DINTORNI – Oltre che per il colpo di testa di Llorente, Juventus-Udinese sarà ricordata per l’esperimento dei bambini nelle curve al posto degli Ultras in caso di chiusura di settori dello stadio. Il Giudice Sportivo ha multato la società bianconera per il coro poco edificante intonato dai giovani tifosi a ogni rinvio del portiere avversario Brkic. Parlare di perduta innocenza dei bambini è sintomo di scarsa conoscenza della crudeltà senza malizia che i ragazzini possiedono e padroneggiano senza problemi. Risulta anche capzioso puntare il dito contro i genitori colpevoli per alcuni di non aver educato i figli a dovere, peggio ancora attaccare la Juventus che è si una Vecchia Signora, ma non è una nonna. Bambini lo siamo stati tutti e tutti siamo cresciuti, molto nella nostra crescita è stato determinato dagli esempi e dai modelli che abbiamo seguito. Il problema del “merda” all’indirizzo di Brkic non è diverso da quello che ha portato alla chiusura delle curve: la mancanza di una vera cultura sportiva. Volendo fare un paragone con la Liga, basti pensare che quando lì si contestava con i fazzoletti bianchi, qui venivano lanciati motorini da un anello all’altro… Quando i grandi non rispettano nè l’avversario nè chi lo sostiene, quando i grandi sfruttano le partite di calcio per menare le mani o scaldare beceramente la gola, quando altri grandi davanti a tutto questo si girano dall’altra parte per evitare noie, come possiamo chiedere ai bambini di rappresentare un futuro migliore? Il futuro, per sua natura, è lontano, mentre il presente può e deve essere cambiato, anche oggi e anche nei nostri stadi.
Vincenzo Arnone