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Harakiri Nocerina: il club campano rompe il silenzio e confeziona il “suicidio perfetto”

“Il silenzio alimenta il pensiero, aiuta a guardarsi intorno, stimola riflessioni che a caldo l’emotività può condizionare o addirittura offuscare”. Inizia così, con un taglio quasi letterario e il tono di chi si compiace della propria saggezza e desidera ostentarla, il comunicato con il quale la ASG Nocerina riprende i contatti con il mondo a distanza di sedici giorni dai fatti dell’Arechi – quando l’improvvisa “moria” di giocatori rossoneri portò alla sospensione del match contro la Salernitana – e le parole scelte dalla società campana per “chiarire le dinamiche” e “tutelare l’immagine” hanno senza dubbio un grande pregio, qualcosa che le rende in qualche misura esemplari e degne di essere tramandate ai posteri: se l’etica dello Sport dovesse un giorno diventare materia di insegnamento nelle scuole (come invoca da anni la Rosea), il comunicato della Nocerina sarà un supporto didattico straordinario, un modello da NON seguire più unico che raro.
“Per questo, dopo il 10 novembre, abbiamo scelto un profilo basso” – proseguono i maître à penser della società rossonera nel vano tentativo di spiegare le ragioni di un silenzio tanto assordante quanto colpevole e che ora è diventato d’oro – “L’avevamo già fatto, in realtà, dopo la sconfitta col Gubbio ordinando silenzio stampa, che abbiamo ritenuto opportuno derogare dopo il gran polverone sollevato dalla gara dell’Arechi. Il tempo è galantuomo e nel nostro caso soprattutto discreto. Perché ci ha permesso di lavorare lontano dai riflettori per far valere le nostre ragioni, evitando d’urtare una opinione pubblica già fortemente infastidita da tanta retorica ridondante ed in alcuni casi deprimente”.

I tifosi della Nocerina
Se il silenzio alimenta il pensiero queste parole sembrano un chiaro esempio di malnutrizione, ma andiamo avanti. “Quando tutti hanno abbassato i “fucili” con cui son state sparate sentenze abbiamo deciso di interrompere il silenzio e raccontare la verità. Che – per quelli che hanno frainteso le dichiarazioni del direttore Luigi Pavarese – doveva essere ricostruita fedelmente per motivi ben precisi: 1) chiarire le dinamiche ed “inchiodare” tutti, ma proprio tutti, alle proprie responsabilità. 2) tutelare l’immagine, la professionalità e la serietà di questa società. 3) difendere con forza l’intera comunità nocerina. Perché riconoscere le colpe di pochi facinorosi significa scindere drasticamente da loro il 99% della popolazione nocerina e la stragrande maggioranza di tifosi che han sempre sostenuto la squadra con passione, rispetto e profondo senso di civiltà”.
“La comunità nocerina” – conclude il comunicato biasimando chi dovrebbe difenderla e non lo fa – “ha grosse rappresentanze in ambito politico: parlamentari, onorevoli, consiglieri regionali, provinciali e comunali. Gente che, in sede di campagna elettorale, è costantemente presente dichiarandosi sensibile ai problemi della comunità. Ci chiediamo, a questo punto, dove siano finiti tutti quanti in queste lunghe settimane di tensione e polemiche. Ci chiediamo perché la stragrande maggioranza di loro non abbia neppure deciso di metterci la faccia per spiegare al mondo intero che le due Nocera (Inferiore e Superiore, ndr) non sono affatto terre di degrado e criminalità. Che qui, in ogni nocerino c’è l’animo di un guerriero, che ogni giorno combatte per sbarcare il lunario per non lasciarsi soffocare da difficoltà presenti già prima che la crisi colpisse l’economia dell’intera nazione. In conclusione, ci rifacciamo ad una frase di Papa Francesco, che rispecchia fedelmente il nostro modo di pensare: “Ogni credente dovrebbe sempre ricordare che Gesù pronuncia solo la parola del perdono, non quella della condanna”.
“Siamo profondamente avviliti per quello che è successo, l’intollerabile violenza di una parte della nostra tifoseria disonora noi e tutta la città di Nocera, collaboreremo con le forze dell’ordine per identificare e punire i colpevoli, chiediamo scusa a tutti e ci assumiamo le nostre responsabilità”. Ecco cosa avrebbe dovuto dire, in buona sostanza, la ASG Nocerina entro sedici minuti dalla sospensione della partita di Salerno, e invece ci ha messo sedici giorni per confezionare un comunicato di rara indecenza, un “suicidio perfetto”, un boomerang che tornerà al mittente tenendo – lui sì – un profilo basso. Ma come si fa, dopo tutto quello che è successo, ad assumere un simile atteggiamento, a fare un solo (e fuggevolissimo) riferimento ai pochi facinorosi perso in un mare di considerazioni fuori luogo, recriminazioni e rimproveri indispettiti?
“Gesù pronuncia solo la parola del perdono, non quella della condanna”: bene, chiedetelo allora, chiedete scusa, che male non fa, anzi. Il problema, in fondo, non è quello di metterci la faccia, ma quello di non perderla.
Enrico Steidler
