Lega Pro
Rimini, D’Angelo schiaffeggia un avversario e si dimette
Pubblicato
8 anni fa|
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Enrico Steidler

Luca D’Angelo, tecnico dimissionario del Rimini
RIMINI, 15 APRILE – Ha chiesto subito scusa, ha mostrato un sincero pentimento e si è dimesso: Luca D’Angelo, tecnico del Rimini (seconda divisione di Lega Pro), ha schiaffeggiato l’attaccante dell’Alessandria Jacopo Fanucchi nel concitato dopo-partita fra i biancorossi padroni di casa e i Grigi piemontesi, ma poi si è comportato da hombre e non come un signor Rossi qualunque. “Vi ho chiamato tutti insieme” – ha detto D’Angelo ai cronisti – per informarvi che ho appena comunicato alla società e alla squadra le mie dimissioni. Devo chiedere scusa a Fanucchi perché dopo esserci beccati durante la partita a fine gara c’è stato un alterco e ho commesso un brutto gesto: ho sbagliato sia perché sono l’allenatore, sia perché ho quindici anni in più del ragazzo”. La replica di Fanucchi è immediata: “Con le scuse per me l’episodio è chiuso”.
UNA GARA STREGATA – I presupposti del finale da Saloon maturano durante una partita a dir poco sfortunata per i padroni di casa (quart’ultimi in classifica). Trascinati da un Riccardo Taddei in grande spolvero, i biancorossi mettono sotto gli avversari fin dal primo minuto e sfiorano ripetutamente il gol: prima il palo colpito da Zanigni (e le proteste per un tocco di mano in area di Viviani giudicato involontario dall’arbitro), poi i miracoli dell’estremo difensore alessandrino Andrea Servili (che nel giro di pochi minuti si oppone alla grande al sinistro di Marras, al colpo di testa di Zanigni e alla sventola su punizione di Taddei, deviata sulla traversa) e infine i pali colpiti sugli sviluppi della stessa azione da Brighi e Zanigni (a portiere battuto) sono già sufficienti a creare una certa tensione emotiva. Se a tutto ciò si aggiunge il gol in contropiede di Fanucchi al minuto 87 (secondo tiro in porta dell’Alessandria in tutta la partita, il primo al 20’ della ripresa), ecco spiegato il battibecco finale: il colpo proibito, però, non ha giustificazioni.
DECISIONE IRREVOCABILE – Lo sa bene Luca D’Angelo, che si assume le responsabilità del caso e manifesta la volontà di non tornare sui suoi passi: “Le mie dimissioni sono irrevocabili” – sottolinea a scanso di equivoci – “Se perdo una gara in questo modo, penso sia un segnale preciso. Credo di essere un buon allenatore, ma quest’anno sicuramente non fortunato per tutto quello che si è visto in campo. Tutte le cose le faccio di getto, nel bene e purtroppo anche nel male. I dirigenti hanno provato a farmi cambiare idea, ma non credo ci riusciranno. Semplicemente perché ritengo che questa sia la cosa giusta da fare per me e per il Rimini”. Nelle parole dell’ex (salvo improbabili ripensamenti) tecnico del Rimini c’è molta amarezza, ma anche ammirazione (“sono onorato di averli allenati”) e sincera gratitudine per i suoi ragazzi: “Sono straordinari dal primo all’ultimo, sia quelli che scendono in campo più spesso sia quelli che giocano meno. In tanti hanno provato a farmi cambiare idea e tra quelli che hanno cercato di convincermi c’è stato Mandorlini che non gioca mai, questo per me è un grande premio: li ringrazio tutti”.
FATALISMO E RASSEGNAZIONE – “Se perdo una partita in questo modo significa che per me non è l’anno giusto, quindi mi tolgo di mezzo e spero che la società possa trovare un allenatore più bravo e magari anche più fortunato. In tre anni ho mantenuto un profilo basso, anche quando vincevo, credo di essere un allenatore discreto ma questa è proprio una stagione assurda, basta solo pensare ai venti legni colpiti: la partita contro l’Alessandria è la ciliegina sulla torta”. Lo sfogo di D’Angelo è comprensibile e fa da sfondo alla più dolorosa delle decisioni: “Credo che la squadra abbia bisogno di una scossa, e siccome con i problemi che abbiamo dalla società è difficile che arrivi, vediamo se con un nuovo allenatore le cose potranno cambiare. Qualcuno magari dirà che abbandono la nave nel momento della difficoltà, ma dopo undici anni con il Rimini per me questo momento è durissimo e se ho fatto questa scelta è perché credo sia la migliore per la squadra”.
IL COMUNICATO DELLA SOCIETA’ – Non si è fatta attendere la nota ufficiale della società. Sul sito web si legge quanto segue: La società A.C. Rimini 1912, preso atto delle dimissioni rassegnate da Luca D’Angelo dalla carica di allenatore della Prima Squadra al termine della partita odierna, si riserva di valutare accuratamente la situazione prima di comunicare la propria decisione.
Una nota degna…di nota, non c’è che dire: al di là di ogni considerazione di carattere economico e sportivo, infatti, l’atteggiamento del Rimini (che decide, almeno per ora, di non decidere) è semplicemente inaccettabile. Le dimissioni di un allenatore che colpisce un giocatore devono essere accettate. Subito. Ricordate Delio Rossi? Lui non si dimise (non tutti sanno rimediare ai propri errori) ma la Fiorentina lo esonerò su due piedi. Così si fa, perché così si deve fare, altro che “valutare accuratamente”. Come si può pensare, altrimenti, di curare questo calcio malato? Con due schiaffetti?
Enrico Steidler
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