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Chi è il pusher?

Quanto contano e valgono queste due finali?

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Non male due finali per un movimento calcistico che viene considerato in crisi, in difficoltà e di bassissimo livello. Un pensiero che si amplia e che diventa ancor più consistente se si pensa che lo scorso anno le finaliste sono state addirittura tre, con l’Inter in Champions. Sarebbe davvero molto semplice fare questo ragionamento dopo la tre giorni di semifinali. Atalanta e Fiorentina hanno conquistato l’ultimo atto rispettivamente di Europa League e di Conference League. E il risultato è di quelli che vanno analizzati nel dettaglio e nello specifico.

Il colpo gobbo è stato senza alcun dubbio quello degli orobici, che hanno giocato la partita perfetta, surclassando il Marsiglia sotto tutti i punti di vista. Il 3-0 paradossalmente va anche troppo stretto. La finale conquistata è il premio del cammino fatto dagli uomini di Gasperini in tutti questi anni. I nerazzurri hanno creato e costruito, pezzo dopo pezzo, un vera e propria mentalità europea, diventando sempre più adatti, in primis per ritmo, al palcoscenico internazionale. E la sfida con il Leverkusen si preannuncia avvincente, entusiasmante e spettacolare. Difficile fare un pronostico, anche se, va detto, il fato quest’anno sembra essere dalla parte dei tedeschi.

Cosa si può dire sulla Fiorentina? I viola, con la seconda finale consecutiva, dimostrano di aver trovato la loro dimensione perfetta. Una dimensione magari non di altissimo livello, ma che può portare a levarsi una grande e importante soddisfazione. D’altronde per i toscani l’alzare un trofeo è una gioia che manca da fin troppo tempo. Gli uomini di Italiano ha il carattere, la voglia, la determinazione e la qualità giusta per riuscire nella ciliegina sulla torta. Certo, l’Olympiacos non è un ostacolo da sottovalutare, visto anche il modo in cui ha eliminato l’Aston Villa.

Ma quindi quanto valgono queste due finali? Tanto, se ci si sofferma sul cammino fatto e sul ranking, che potrebbe addirittura portare a sei squadre nella prossima Champions (facciano le scongiure tutti gli atalantini). Poco, se si è cinici e si pensa che, alla fine dei conti, conta solo chi vince. In realtà però qualcosa è stato confermato, ancora una volta: nel preparare le partite secche, dal punto di vista tattico e dell’atteggiamento, restiamo i migliori. Lo sa bene Xabi Alonso, che ha davvero tremato. Ma poi, come detto, conta pure il fato… Forse troppo…

 

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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