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Chi è il pusher?

Ma qualcuno si stupisce ancora dell’Atalanta?

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La tre giorni europea è andata in archivio. Sicuramente la mente di molti sarà ancora ferma a martedì sera e alla sfida tra Manchester City e Real Madrid. Una partita che ha dimostrato come si tratti di una sorta di vera e propria finale anticipata. E ovviamente c’è l’attesa per il ritorno, perché, alla fine, a passare, sarà solo e soltanto una. Ma, vista l’assenza di nostra rappresentanti nella massima competizione continentale, gli occhi dell’Italia pallonara, erano tutti sulla notte di Europa League. Il primo atto del derby tra Milan e Roma è stato vinto dai giallorossi, non senza polemiche arbitrali. A prendersi la scena è invece stata l’Atalanta, che ha espugnato Liverpool, con un roboante 3-0.

Il colpaccio all’Anfield fa entrare, volente o nolente, i bergamaschi, nella storia. Ma davvero c’è ancora qualcuno che si stupisce? Ok, il discorso in realtà può essere diviso in due parti. Senza alcun dubbio, certe vittorie, possono essere frutto di circostanze, episodi e una squadra avversaria magari in una serata no o comunque non proprio brillante, come ieri quella di Klopp. Però c’è una costanza e un qualcosa che non può certo essere negato: gli uomini di Gasperini sono l’unico club italiano a fare un gioco prettamente europeo, in particolar modo sotto il punto di vista del ritmo. Questo è un qualcosa che accade da anni e che ieri ha toccato il suo punto più alto. D’altronde stiamo parlando di una squadra che negli ultimi anni ha sempre raggiunto ottimi risultati a livello europeo, sfiorando persino una semifinale di Champions. Insomma, parliamo di una squadra che ha ormai una sua dimensione continentale, oltre a essere una realtà della Serie A.

L’altro punto è quello che riguarda il livello del nostro calcio. Sicuramente, come si è soliti dire, una rondine non fa primavera e dunque una vittoria non cancella limiti, problemi e difficoltà, che sono state più volte affrontate. Però si può serenamente dire che, dal punto di vista tattico, di lettura e di preparazione delle partite, la scuola italiana continua a poter dire la sua e ad avere una capacità invidiata da tutti. Insomma, le questione da affrontare e da risolvere sono ben altre. Ma, dal punto di vista della tattica e dell’organizzazione, forse possiamo ancora dare lezioni. Meglio ricordarselo e provare a farne un punto di forza.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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