La Opinión
Torino-Fiorentina: viaggio dentro la crisi delle due squadre

Torino e Fiorentina hanno vissuto un calciomercato diverso. I granata sono stati molto attivi, acquistando Seck, Pellegri, Ricci e Fares (anche se quest’ultimo di è rotto subito ndr), alzando l’asticella delle aspettative. Dall’altra parte i viola hanno portato a casa Piatek, Cabral e Ikonè, ma hanno visto partire Vlahovic, venduto ai rivali storici della Juventus. Nonostante un mercato diverso, entrambe le tifoserie sono in subbuglio. Ciò che si rimprovera alle rispettive proprietà è la mancanza di chiarezza. Se, però, i tifosi granata hanno ormai un conto aperto con Cairo e invocano da anni la cessione della società, quelli viola credono ancora in Commisso, pur pretendendo chiarezza sui reali obiettivi della società. Analizziamo dunque la diversa situazione dei due club.
Tifosi contro Cairo, ma chi al suo posto?
I tifosi granata si aggrappano a Juric e continuano a sperare che Cairo lasci la società. L’ultima gara persa contro l’Udinese ha riacceso la fiamma della contestazione. Cairo è accusato di aver insistito per promuovere Milinkovic-Savic come portiere titolare (disastroso nella gara del “Friuli) al posto di Sirigu (cosa che ha portato al divorzio con il portiere sardo), oltre che di non aver adeguatamente assecondato Juric. L’esempio lampante sta nella difesa schierata ieri dai granata. Il tecnico, ieri ha dovuto schierare una difesa inedita con Zima, Buongiorno e Rodriguez. Ad un certo punto del match ha anche arretrato Lukic centrale difensivo vista la carenza di alternative. Insomma: se con il croato la squadra ha fatto passi da gigante rispetto agli anni passati, i tifosi ascrivono questo merito più al tecnico che a Cairo, cui lo stesso allenatore non manca di lanciare frecciate, ultima quella sul mancato arrivo di Gatti (“Quando parlo di comunicazione, mi riferisco a questo. Se dico che un giocatore è forte, va preso subito).
Ma se Cairo si decidesse a passare la mano, chi potrebbe arrivare al suo posto per rilevare la società?Al momento non c’è nessun compratore alle porte. Si è parlato del Comitato Taurinorum che per diverso tempo ha provato a convincere Cairo a cedere il controllo della società ai gruppi da loro rappresentati. Tuttavia questo stesso comitato non trova l’appoggio della tifoseria granata che vede la nascita di questo organo come una mera trovata pubblicitaria.
Il sogno dei tifosi sarebbe quella di entrare nella galassia della Red Bull. L’azienda (che controlla anche Salisburgo e Lipsia) ha il toro come marchio e questo basta a scatenare la fantasia dei tifosi che, ormai da più di un anno hanno lanciato l’hashtag #RBTORINO su Twitter. Finora, anche questo si è rivelato un mero sogno. Tuttavia la tifoseria continua a sperare che Cairo molli e arrivi un presidente veramente interessato a riportare il Torino agli antichi fasti.
Fiorentina: quale futuro dopo Vlahovic?
I tifosi della Fiorentina fino ad una settimana dalla chiusura del mercato avevano un sogno: tornare in Europa. La squadra giocava bene, vi era un progetto definito e vedevano in Vlahovic il terminale perfetto per tramutare in gol la mole di gioco della squadra. Poi, Vlahovic è stato venduto alla Juventus, alimentando la rabbia del tifo. Come se non bastasse, all’esordio di quello che potremmo definire un “nuovo corso” la squadra ha steccato in maniera clamorosa e il sostituto di Vlahovic, Cabral, è apparso un oggetto estraneo alla squadra. Ora i tifosi si chiedono: quale sarà il destino della squadra? Riuscirà a mantenere il ritmo della prima parte o imploderà nel girone di ritorno?
Detto che né Cabral, né Piatek sono Vlahovic, va dato fiducia al lavoro di Italiano. Il tecnico ha dimostrato che con il lavoro e la disponibilità di tutti, la squadra può portare a casa risultati. Tuttavia bisognerà capire quanto durerà la pazienza del tifo. Dopo ciò che è successo con Vlahovic, la pazienza dei tifosi è ai minimi termini. Ad ogni passo falso della squadra potrebbe scattare la contestazione. Ad ogni modo, Italiano conta su un’ossatura già collaudata. Ciò che deve cambiare è il modo della squadra di servire il centravanti. Cabral da questo punto di vista sembra più adatto di Piatek (più uomo da ultimi quindici metri) a sviluppare la manovra viola, ma viene comunque da un campionato totalmente diverso. Viste anche le difficoltà in cui galleggiano Roma e Lazio, l’obiettivo Europa rimane concreto. Occorrerà però che tutti remino dalla stessa parte come fatto finora.
Davide Luciani
