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Cagliari, tutti contro tutti: cronaca di una retrocessione senza dignità

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Il Cagliari sprofonda verso la B

La mancanza della certezza matematica, ormai, non è altro che il prolungamento di una lenta agonia. Il Cagliari ha già staccato la spina da tempo, si ripartirà dalla Serie B. Meritatamente. Quando una stagione è storta, il responsabile non è quasi mai una singola persona, ma c’è un concorso di colpa da parte di tutti. Tutti. Nessuno escluso. Dal primo dei dirigenti all’ultimo dei tifosi, dall’allenatore agli ultrà, dai senatori dello spogliatoio all’ultimo arrivato. Il Cagliari merita la Serie B perché ha dimostrato di non essere una squadra, e ora c’è il regolamento dei conti. Tutti contro tutti: Cagliari è una polveriera.

Cagliari, la crisi è infinita. Secondo quanto riportato da "L'Unione Sarda", Zeman avrebbe deciso di dimettersi

Cagliari, continua la lenta agonia. Secondo quanto riportato da “L’Unione Sarda”, Zeman avrebbe deciso di dimettersi

L’IPOCRISIA DEGLI SCARICABARILE – L’ultimo atto è il passo indietro di Zeman, riportato in esclusiva da “L’Unione Sarda”. Secondo quanto afferma la testata isolana, il tecnico boemo avrebbe presentato al presidente Giulini le dimissioni irrevocabili. Avrebbe detto: “Io ho dato tutto me stesso, ora è giusto che ognuno si prenda le sue responsabilità. Dimettendomi io faccio la mia parte, ora gli altri si assumano le proprie responsabilità“. Già, le “responsabilità”. Se una squadra è tale, il termine è presente nella testa di ognuno dei componenti. A Cagliari non è così. La guerra anarchica che imperversa tra le parti è uno sterile susseguirsi di dita puntate contro l’uno verso l’altro, senza esclusione di colpi. Zeman lamenta lo scarso impegno dei giocatori, gli ultrà fanno irruzione in ritiro scelleratamente, accusando i calciatori di pensare più alla vita notturna che a quella sportiva, Giulini accusa tutti nascondendosi dietro ad un dito. Il presidente, artefice del disastro, è il primo dei responsabili (seppure non l’unico), ma non lo ammetterà mai: l’ipocrisia degli scaricabarile è dilagante.

IL CAGLIARI NON È UNA PROPRIETÀ PRIVATA – Il blitz di venerdì scorso, unito all’inappropriata fascia indossata da Daniele Conti durante il match con il Napoli (lo stemma degli Sconvolts era in primo piano), mostrano inoltre il lato più oscuro del calcio italiano. I club sono di proprietà degli ultrà, non dei tifosi. Le società, vigliaccamente, non giustificano né condannano, lasciando spazio a silenzi che parlano più di mille parole. Gli ultrà, in questa visione distorta della realtà, sono gli unici portatori della storia ed i valori di una squadra. Non c’è niente di più deleterio. Il Cagliari è di Cagliari, il Cagliari è della Sardegna, il Cagliari è un bene pubblico. Un bene pubblico da preservare. Da squadra. Tutti insieme. In ogni caso, se ne riparlerà la prossima stagione. In Serie B.

@antoniocasu_

Inseguo il sogno di diventare giornalista dal 1989, anno in cui sono nato. Appassionato di ciclismo e calcio, mi impegno per raccontare il mondo dello sport da un punto di vista particolare, un po' eclettico, un po' folle.

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