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Penalizzazione Roma: niente da fare per il legale, i precedenti dicono no
Arriverà nella giornata odierna la risposta alla richiesta del legale della Fam. Esposito riguardo i possibili 5 punti da infliggere alla Roma, a condanna degli striscioni esposti dalla Curva Sud in occasione di Roma-Napoli, disputata lo scorso 4 aprile.
COLPE DA AMBO LE PARTI- Bisogna partire da un presupposto, chiaro, ma spesso tralasciato: la Sig. Antonella Leardi ha perso un figlio e nessuno può permettersi di giudicare in maniera veemente le azioni di una madre sconvolta da un lutto che non si può spiegare a parole. Detto questo, il comportamento della madre di Ciro Esposito è parso spesso troppo invadente nei confronti di persone civili che, al di là della propria fede calcistica, non hanno alcuna colpa. I romanisti non sono tutti criminali e non sono assolutamente e in nessun modo responsabili della terribile vicenda. Il gesto compiuto resta quello di un folle, criminale e assassino, ma non in quanto romanista, ma appunto criminale. La partita inoltre che si disputava era Fiorentina-Napoli, non Roma-Napoli, e la squadra giallorossa non era rappresentata da nessun esponente societario allo Stadio Olimpico, dunque società, squadra, (quindi Francesco Totti incluso non può essere tirato in ballo nella vicenda in quanto non presente alla manifestazione sportiva e in quanto non risponde dell’azione di un criminale, un criminale sì, non un romanista, i tifosi sono altri), tifoseria capitolina sono totalmente estranei alla vicenda. La colpa di facciata che può rivestire il tifo giallorosso, rappresentato dalla Curva Sud è quello riguardante l’esposizione di striscioni a favore e difesa di Daniele De Santis che potrebbero rendere la sensazione di complicità nell’omicidio. Da questo punto di vista, però, Antonella Leardi commette l’ennesimo errore: sparare a zero su una curva, circa 20 mila persone, non sono tutti assassini e non tutti pensano ciò che è stato esposto e non tutti possono essere accusati di complicità.
5 PUNTI DI PENALIZZAZIONE IMPOSSIBILI- La possibile penalizzazione di 5 punti con annessa chiusura di uno o più settori dello Stadio Olimpico ai danni della Roma per gli striscioni contro la madre di Ciro Esposito che evitiamo di citare per decoro ed etica, oltre che per rispetto verso una donna che sta indubbiamente soffrendo, non può e non deve sussistere da un punto di vista della correttezza e del metro di giudizio attuato in precedenza. Mauro Baldissoni il 17 dicembre scorso, in seguito alla partita di Genova contro i rossoblu di Gasperini, disse: “Stiamo sfiorando il grottesco, ormai la Roma fa giurisprudenza“. Sarebbe la stessa situazione se si verificasse una penalizzazione e una chiusura dell’Olimpico, infatti, la Curva della Juventus espose uno striscione che recitava: “Quando volo penso al Toro“; il San Paolo, all’andata, contro la Roma: “Se occasione ci sarà non avremo pietà“ e il clima che si respirava era da guerriglia: pulmino separato per la dirigenza giallorossa, autobus separato per la squadra, scorta molto rafforzata e due elicotteri a presidiare e segnare il percorso, ma nessuno richiese squalifiche e provvedimenti. Nel caso invece della Juventus, venne preso un provvedimento di 25 mila euro di multa senza la chiusura del settore. Dunque, se da un lato, eticamente, la Curva della Roma appare chiaro abbia peccato, come i tifosi della Juventus e del Napoli, dall’altro è evidente come la richiesta del legale non possa essere attuabile da un punto di vista giuridico.
Marco Scipioni