Prima Pagina
Mamma Verratti, perché far nascere Marco nell’era Pirlo?
La vie est magnifique. Dai campi di provincia dell’Abruzzo fino alla Tour Eiffel di Parigi, sullo sfondo l’Arc de Triomphe. Marco Verratti prosegue il suo percorso, nonostante sia già a metà dell’opera. Verrattì, com’è chiamato in terra transalpina, è come se stesse percorrendo il famoso viale dei Champs-Élysées, pronto a respirare aria di vittoria, di trionfo. Quel giorno arriverà molto presto, potrà alzare le braccia al cielo e urlare “Ce l’ho fatta!”. Sarà il momento in cui anche lui entrerà nell’olimpo dei grandi. Perché lo merita, giusto così.
Carattere d’oro, umiltà, personalità, qualità tecniche eccelse con ottima visione di gioco, classe e grinta. Marco Verratti ha conquistato l’Europa intera ieri allo ‘Stamford Bridge‘, grazie ad una prestazione mostruosa, da grande campione. Da stropicciarsi gli occhi l’azione che ha portato al palo di Cavani, una giocata da urlo che ha fatto sobbalzare anche i tifosi blues. La consapevolezza di poter diventare un fenomeno già in tenera età, quando ancora da minorenne rifiutò addirittura il Milan per non lasciare Pescara. Poi la grande chance, nell’estate del 2012, a cui nessuno avrebbe detto no. Juventus? Napoli? No, Psg! Nel calcio dei grandi, con Ibra, Thiago Silva, Cavani.
Un errore però, forse si può rimproverare al folletto di Manoppello, quello di essere nato nell’era Pirlo. Difficile togliere il posto in Nazionale probabilmente al più forte centrocampista italiano di tutti i tempi, ma certamente può essere considerato l’erede, seppur con le giuste e dovute proporzioni. Intanto, negli anni delle overvaluation, una conferma. L’Italia del pallone si gode Marco Verratti. Chapeau Marco!