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Milan: quale nome per il dopo Inzaghi?

Milan che non ti aspetti. Ti aspetti che Pippo Inzaghi abbia la fiducia incondizionata della società, e invece te lo ritrovi all’ultimatum. Già perché la sfida di domani in Coppa Italia contro la Lazio, farà da bivio al percorso dell’ex attaccante rossonero sulla panchina milanista. Proprio contro la Lazio la sua squadra dovrà dimostrare di aver cambiato pelle, come se 3 giorni bastassero, e tirare fuori quello che è mancato nella trasferta di sabato all’Olimpico. Quella partita va cancellata, e serve un atteggiamento diverso anche se Inzaghi aveva precisato: “Abbiamo fatto una brutta partita. La squadra ha dato tutto quello che ha, in questo momento facciamo fatica. Bisogna solo andare avanti e lavorare. Io penso che questa squadra possa tornare a far meglio, in questo momento non siamo il Milan che siamo stati fino a dicembre. Ho questa rosa, sono contento, cerco di tirare fuori il massimo, ma in questo momento non basta: paghiamo anche il fatto che abbiamo tanti giocatori che rientrano da infortuni lunghi. Sapevo che non era una situazione facile”. Di certo Inzaghi si è difeso, anche se la frase “la squadra mi segue” è suonato sinistro, anche perché già nel primo tempo si era visto come la Lazio metteva in difficoltà il Milan sul cambio di ritmo e sulle trame offensive. Fatto sta che l’ultimatum ha scatenato molti quesiti a Milanello e non solo: chi potrà sostituire Inzaghi in caso di sconfitta? Diciamo che l’ambiente Milan non è semplice, non si allena e basta, si mantengono rapporti con i proprietari che a volte possono essere invadenti, vedi caso Berlusconi, e possono anche togliere personalità all’allenatore. Ecco io credo che innanzitutto il presidente Berlusconi dovrebbe essere un po’ meno presente a Milanello, troppo vicino alla squadra, a volte ingombrante, si parla più di lui che degli schemi di Inzaghi. Pippo con il tempo ha perso di personalità e nella partita con la Lazio è apparso rassegnato e svuotato di energie. Per questo sono convinto che il suo successore debba essere un uomo carismatico, di esperienza, che possa prendere le redini del gioco e girarle a suo favore, risollevando le sorti del Milan.
La Gazzetta di oggi vocifera di Tassotti come traghettatore fino a luglio. Non possiamo che appoggiare questa teoria in toto, io credo anche che se la meriti una possibilità, è stato il secondo per anni di molti allenatori, penso ad Ancelotti e Allegri soprattutto. Tassotti poi, rappresenta l’uomo Milan alla perfezione, nella sua fedeltà ai colori della società e il rispetto dei ruoli. Altre opzioni onerose in questo momento non possono far parte del Galliani–pensiero, nel senso che se non vogliono investire troppo nei calciatori, è lecito pensare che non lo faranno nemmeno con l’allenatore.
A questo proposito oltre a Tassotti, sale alla mente il ricordo del girone di ritorno che fece il Milan di Seedorf la stagione scorsa, con 35 punti ottenuti e 11 vittorie, mentre il Milan di Inzaghi al momento ne ha solamente 26, con sole 6 vittorie all’attivo. Clarence Seedorf appare uno di quei nomi che possa fare solamente il bene della società rossonera, e che con i giocatori che aveva ha offerto un dignitoso girone di ritorno, pur non ottenendo l’agognato posto in Europa League, ricordando che l’olandese è sotto contratto fino al 2016 e quindi percepisce già stipendio.
Poi si è parlato di nomi altisonanti, ma troppo onerosi: Luciano Spalletti è un uomo di carattere, di certo non gli manca l’esperienza e le conoscenze tecnico-tattiche. Ma il suo compenso è elevato e lo Zenit lo paga profumatamente fino a giugno(anche se esonerato). Fabio Capello, che portò lo scudetto al Milan di Weah nel 1995, appare lontano, anche per lui si parla di cifre troppo alte. Se non lo si è capito il problema sono le cifre, ma anche le problematiche ambientali; un uomo di rottura come Conte, renderebbe tutto più suggestivo, ma difficile pensare che possa avere carta bianca. Cesare Prandelli è un altro nome interessante ma dovrebbe risolvere il contratto con il Galatasaray, quindi ci sono solo supposizioni a riguardo. Arrigo Sacchi è l’ultimo nome accostato al Milan: il tecnico emiliano, pioniere del calcio moderno, ha già dimostrato in passato(vedi Parma) di poter essere ancora in grado di allenare ma come ha dichiarato: ” Io non ho le forze per allenare il Milan“, memore proprio di quei due mesi al Parma, dove rassegnò le dimissioni perché troppo stressato dalle partite.
Mercoledì mattina avremo le risposte ai nostri quesiti, Pippo, vai o resti?
