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L’Italia che doveva essere: talenti verso il ritorno alla normalità

La storia dell’Italia calcistica ne è piena. Da potenziali ”erede di Tizio”, a ”Non gli allaccia nemmeno gli scarpini a Caio”, il passo a volte può essere breve. Un infortunio grave, un allenatore che non ti apprezza, una scelta sbagliata, la testa che non c’è, la presunzione di essere già arrivati. Il tunnel imboccato da alcuni dei nostri talenti più promettenti sembra senza uscita. L’età è ancora dalla loro parte, ma bisogna darsi una mossa.
CASSANO L’ESEMPIO PIU’ LAMPANTE, BALOTELLI L’ULTIMO DI UNA LUNGA LISTA – Quando si pensa a quelli che ”non ce l’hanno fatta” , viene subito alla mente Antonio Cassano. Fenomeno vero, genio, tecnica e fantasia superiori, a parere del sottoscritto l’unico vero erede dei vari Baggio, Del Piero e Totti. Ma quando il carattere e la testa non supportano un talento immenso c’è poco da fare . “Se avessi la testa di Palombo penso che nel mondo me la potrei giocare con tutti, tranne che con Messi, è lui il più forte del mondo. Putroppo però non posso cambiare la mia testa, dopo tanti anni neanche mia madre sa cosa mi passa per la testa” esordì qualche anno fa in una conferenza stampa di inizio stagione. Proprio così, non ce ne sarebbe stato per nessuno. Chi più ricorda il genio barese negli ultimi tempi è sicuramente Mario Balotelli. Stesso discorso anche qui: talento immenso, fisico da corazziere, colpi da fenomeno che si mostra solo a intermittenza.Tutto per diventare il numero uno. Ma se a 20 anni firmi un contratto monstre con il City dopo aver vinto il famigerato Triplete, sentirsi arrivati è un attimo. Dichiarazioni di presunzione un giorno sì e l’altro pure, tweet e balotellate – termine coniato dalle arcinote cassanate– , donne diverse e auto nuove come se piovesse. Anche a Liverpool hanno capito che del calciatore ammirato nei primi anni dell’Inter è ormai rimasto solo il ricordo e non vedono di liberarsene. Meno social network e più calcio, questo si chiede a Super Mario, che tanto super rischia di non esserlo più a soli 24 anni.
I NUOVI MALDINI E FACCHETTI, O PIU SEMPLICEMENTE DE SCIGLIO E SANTON – Se sei un terzino sinistro e indossi la casacca di una delle due milanesi, il paragone e il tentativo di additarti come il nuovo Maldini o il nuovo Facchetti viene fin troppo facile. Quindici anni fa era il destino di Francesco Coco raccogliere le due pesanti eredità. Ai giorni nostri è toccato a Davide Santon e Mattia De Sciglio. Il terzino del Newcastle, o il bambino come lo chiamava affettuosamente Josè Mourinho, ha classe da vendere, tiene testa a Cristiano Ronaldo in Inter-Manchester United e la Uefa lo inserisce nella lista dei 10 calciatori più promettenti del 2009. Un infortunio al menisco e l’arrivo di Benitez non ne facilitano la crescita e Santon vola in Inghilterra dove trova la sua dimensione, ma nulla più. Inspiegabile la parabola discendente intrapresa da Mattia De Sciglio. Esordio in prima squadra a 19 anni sotto la guida di Allegri, il giovane mostra subito una spiccata personalità, buona corsa e un discreto piede. Colpiscono la capacità di calcio con entrambi piedi. Il paragone con Maldini viene immediato, ma anche a causa di nemerosi infortuni, il giocatore non sembra mantenere le attese iniziali. La stagione in corsa lo vede tra i peggiori dei rossoneri, con l’espulsione contro il Torino come punto più basso.
DOV’E’ FINITO IL FARAONE ? – E’ la domanda che da da due anni si stanno chiedendo ormai tutti i tifosi rossoneri e non. Autore di una prima metà di stagione superlativa nel 2012-2013, dove si prende il Milan sulle spalle. L’arrivo di Balotelli a gennaio lo eclissa definitivamente. Infortunio alla caviglia lo tiene fuori per quasi tutta la stagione successiva e l’attuale non sembra partita con il piede giusto. A parte il grande goal contro la Sampdoria, El Shaarawy è solo l’ombra dell’ala devastante che Real, Chelsea e Psg erano pronte a ricoprire d’oro.
LA LISTA CONTINUA – L’elenco purtroppo non si ferma ai sopracitati. Volato al Liverpool per dimostrare il suo valore, Fabio Borini non è riuscito a imporsi. Prestato al Sunderland degli italiani Mannone, Dossena e Giaccherini, guida i Black Cats alla salvezza con sette goal, ma il ritorno in Reds non è esaltante. La concorrenza è spietata ed emergere non è semplice. Solo 9 presenze per 280 minuti complessivi. Troppo poco. Riccardo Saponara è costato al Milan ben 7 mln per la metà nella scorsa stagione. Finito nel piano di ringiovanimento della rosa, il fantasista che aveva incantato Empoli non trova spazio in rossonero. Chi sognava un tridente giovane e sfrontato con El Shaarawy e Balotelli è rimasto deluso. Per lui la possibilità del prestito in questa sessione per rilanciarsi. Esordisce in A con un goal al primo pallone toccato, staffilata di prima intenzione da fuori area, paragone con Pippo Inzaghi che balza subito agli occhi per movenze e fisico. Stiamo parlando di Alberto Paloschi. Il Milan non punta più su di lui e lo manda prima al Parma, poi Genoa e Chievo dove milita attualmente. Forse con una squadra che giocasse più al suo servizio riuscirebbe ad andare in doppia cifra, ma per ora di Super Pippo si vede ben poco.
