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Allenatori di Serie A: regali e pacchi vuoti sotto l’albero

Gli ultimi giorni dell’anno, si sa, in ogni campo, sono sinonimo di bilanci. Sia che si tratti di un’azienda, sia che si tratti di un individuo singolo che con la sua matita traccia una riga sui buoni propositi elaborati, e magari portati a compimento, 12 mesi prima, in questo periodo le riflessioni sono d’obbligo. Il calcio non fa eccezione, sebbene, a differenza di altri ambiti, a questo punto dell’anno nulla è ancora compromesso, nulla è già definitivo. In questo articolo vorremmo proporre tre allenatori che, nella prima parte della stagione, si sono rivelati essere la sorpresa, la conferma e la delusione tra le panchine della Serie A. I nomi scelti, rispettivamente, sono quelli di Maurizio Sarri, Eusebio Di Francesco e Roberto Donadoni.
LA SORPRESA- Maurizio Sarri ha esordito in Serie A quest’anno, all’età di 55 anni. Prima, una gavetta lunghissima, trascorsa tra Serie B, Lega Pro e serie inferiori. Un curriculum che, se paragonato a quello di un allenatore qualsiasi del massimo campionato italiano, susciterebbe grasse risate. Tuttavia, Sarri ha dimostrato di essere un tecnico estremamente preparato, e, nonostante la provenienza dalle categorie inferiori, dove il bel gioco è spesso sacrificato sull’altare della lotta agonistica, molto innovativo e coraggioso. Il suo Empoli, pur non avendo elementi di spicco, eccetto forse il formidabile Rugani, ha sorpreso tutti, non deponendo mai l’ascia di guerra nemmeno difronte alle squadre più forti, come Juventus e Roma, che infatti solo a fatica sono riuscite a strappare i tre punti. L’obiettivo di Sarri è la salvezza, continuando così non potrà fallire.
LA CONFERMA- Eusebio Di Francesco ci ha impiegato davvero poco per emergere. Dopo le prime esperienze non proprio esaltanti (a parte una promozione in Serie B con il Pescara), l’attuale allenatore del Sassuolo ha dimostrato di avere la stoffa per guidare un club ambizioso. Lo scorso anno fu esonerato senza alcuna ragione, e dopo la disastrosa parentesi di Malesani, tornò per salvare i neroverdi da una retrocessione che sembrava scontata. Quest’anno il suo Sassuolo è già 8 punti sopra la linea di galleggiamento, ed ogni partita viene interpretata sempre con una mentalità offensiva. Di questo passo, la permanenza in Serie A sarà un gioco da ragazzi.
LA DELUSIONE- Tutti gli alibi del caso, certo, ma questo Parma non si può guardare. Roberto Donadoni sta fallendo proprio nella stagione in cui avrebbe dovuto dimostrare di avere gli attributi per guidare una squadra allo sbando. Invece, allo sbando, c’è innanzitutto lui, incapace di dare la scossa, in totale balia degli sfortunati eventi. Per il Parma la Serie B è uno spettro assai concreto, e Donadoni è ancora al suo posto solo perchè manca un dirigente interessato a mandarlo via. Dopo l’Europa conquistata sul campo lo scorso anno e poi scippata, ci si aspettava almeno una reazione d’orgoglio, che, al contrario, è mancata del tutto. Il 2015 dovrà essere l’anno del riscatto soprattutto per il tecnico bergamasco. Altrimenti, il Parma saluterà la Serie A dopo aver accarezzato il sogno europeo.
Matteo Masum
