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Editoriale

La scintilla di Gattuso alla prova di Israele

Gattuso ha ridato all’Italia entusiasmo e voglia di giocare, felicità e intensità. Ma stasera serve confermarsi.

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Gattuso

I volti sono rilassati, le facce meno tese, i sorrisi più facili. La svolta di Rino Gattuso sulla panchina azzurro forse è innanzitutto questa. Si è riacceso qualcosa nella mente dei giocatori e quindi, di conseguenza, nelle gambe e nei polmoni. Una scintilla che è stata aiutata dal 5 a 0 contro l’Estonia e che stasera deve essere confermata contro Israele.

“Siamo pronti per tornare a divertirci” ha detto Sandro Tonali in conferenza stampa, dove era seduto al fianco del suo nuovo allenatore. A chi gli chiede se può essere lui il Gattuso della nazionale, il centrocampista ex Milan risponde che “ci servono 11 Gattuso”. Intanto ci prendiamo quello seduto in panchina, che ha dato entusiasmo non solo ai giocatori ma anche alla gente a casa e sugli spalti. Ed è questa l’altra parola chiave: entusiasmo. Voglia di giocare e di veder giocare. Voglia di vincere. C’è un Mondiale da conquistare, una classifica da scalare, un’altra partita da vincere per non rendere la goleada contro l’Estonia un caso isolato, una rarità, un abbaglio.

Per farlo il Campione del Mondo dovrebbe affidarsi a 9 undicesimi della sua prima sfida. Tutti confermati, a eccezione di Di Marco che dovrebbe lasciare il posto a Cambiaso e di Zaccagni, acciaccato, che sarà sostituito da Locatelli. Naturale quindi un cambio di assetto tattico. Le due punte ci saranno ancora, ma in forma diversa: tridente con Retegui centrale, Kean e Politano sugli esterni, a cui verrà chiesto un lavoro extra in fase difensiva. “Rispetto all’Estonia cambieremo qualcosa perché dobbiamo stare molto attenti sulle transizioni: loro hanno giocatori brevilinei, meno fisici degli estoni, ma con pepe e vivacità – ha spiegato Ringhio – Le due punte confermate? Non sono loro il problema, ma come ci gestiremo quando perderemo il pallone. Con qualche aggiustamento tattico Kean e Retegui possono coesistere, ma vediamo. L’importare è ripartire dall’intensità che abbiamo avuto a Bergamo”.

Ripartire da quella intensità e da quella felicità. Da quell’entusiasmo che è mancato e che ha intrappolato l’Italia nelle sue paure, nei suoi fantasmi, nei suoi timori. La partita più difficile è questa. Anche se Gattuso non è d’accordo, la sua testa è già a stasera, alla sfida con Israele: “Abbiamo scelto la strada del sorriso, per appesantire la squadra il meno possibile. Ma sappiamo che siamo giudicati per quello che faremo oggi. E in ogni partita. Quindi dobbiamo vincere”. Perché non c’è modo migliore, di far venire il sorriso.

Prof di giorno, giornalista freelance di notte. Direttore de il Catenaccio e Head Writer di Sportcafe24.com

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