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Renzi: “Niente diktat sulla legge elettorale”. Le proposte del PD
Nell’intervista concessa a “Otto e Mezzo” nella puntata di ieri sera, Matteo Renzi risponde alla provocazione lanciata da Berlusconi. Il leader di Forza Italia sarebbe favorevole ad una riforma del Porcellum purchè si vada immediatamente al voto subito l’approvazione della nuova legge elettorale da parte del parlamento. “Minacce” da parte di Formigoni: “Se Renzi fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta”.
NO AI DIKTAT – Renzi è chiaro sul da farsi: il progetto di riforma della legge elettorale dovrà essere il frutto della collaborazione tra le forze parlamentari, pertanto non saranno accettati diktat da parte di nessuno. “Il Pd non impone la sua legge elettorale: non avrebbe i numeri e non sarebbe giusto, troviamo una soluzione tutti insieme. Confrontiamoci velocemente, ma senza diktat, non li fa il Pd non li faccia nessun altro”. Il neo-segretario del Pd smentisce, durante l’intervista, l’incontro con Monti e un eventuale incontro con Berlusconi che si sarebbe dovuto tenere nella giornata di oggi.
Duro l’approccio sulle polemiche che hanno fatto seguito alla dimissione di Stefano Fassina: “Voglio cambiare l’Italia, non voglio poltrone. L’idea che siccome ho vinto le primarie mi spettano tot ministri, tot sottosegretari, non mi piace. Se il premier decide di fare cambiamenti nella squadra di governo va bene, ma faccia lui”.
COLLABORAZIONE – Secondo le parole di Renzi, il Pd si sarebbe già mosso a dovere per cercare di proporre alle controparti un discreto ventaglio di possibilità. “Abbiamo scritto una lettera, come Pd, dicendo: ci sono tre ipotesi diverse di legge elettorale. Alfano ha dato la disponibilità su uno dei modelli proposti, è un fatto interessante, questa proposta può andare bene, vediamo i numeri e alla fine del percorso decidiamo tutti insieme quale è la soluzione migliore”.
Nonostante le parole, tutto al momento sembra essere immobile. Non si hanno infatti vere proposte depositate né azioni in altro senso indirizzate ad un vero cambiamento. D’altro canto la legge elettorale doveva già essere riformata e adattata alle esigenze di un “Paese ingovernabile” – secondo Berlusconiane testimonianze – già con l’avvento dell’ “Ei fu” governo Monti, ma così non è stato. Le conseguenze le conosciamo, mesi di stallo politico. Conseguenze che hanno dato vita all’attuale governo e che rimangono là a ricordarci che tutto è ancora da farsi.
Valerio Bucceri