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Julio Cesar, luci a San Siro per il suo addio. La storia non si può spegnere
MILANO, 30 AGOSTO – L’addio a Julio Cesar si farà, o un arrivederci, sperano tutti i tifosi nerazzurri. Le voci che circolavano ieri, riguardo un rifiuto incomprensibile all’ultima richiesta di chi ha scritto pagine importanti della storia dell’Inter, avevano già scatenato l’ira su Internet dei supporters della beneamata. Stamane la notizia del dietrofront, anche se con spostamento di data: questa sera, prima dell’incontro con il Vaslui, anche se con una cornice di pubblico ben diversa da quella prospettata domenica per il big match contro la Roma, Julione saluterà quelli che per 7 anni sono stati i suoi tifosi, che in lui si sono immedesimati per attaccamento, passione e cuore.
UNA STORIA CALPESTATA, L’ULTIMO DI TANTI: IL CINISMO DEGLI AZIENDALISTI – Da Boninsegna ed Altobelli, a Mazzola e Zenga, fino ai più recenti Bergomi e Pagliuca. Oriali e Julio Cesar sono gli ultimi di questa eccellente lista: verrebbe da pensare si stia facendo un elenco di alcune bandiere neazzurre; ebbene sì, trattasi di nomi che hanno legato la propria carriera interamente all’Internazionale, chi più e chi meno, ma questo non è bastato per ricevere riconoscenza, gratitudine e soprattutto rispetto. Rispetto, un valore terribilmente mancato nella vicenda-Julio Cesar. Immaginatevi un uomo che torna a casa con l’amante, e invita neanche troppo gentilmente la moglie a fare i bagagli per trovarsi posto altrove. Questo, in una cruda sintesi, quanto accaduto al n.1 nerazzurro, perchè nel cuore di tutti Julio Cesar è e rimarra ancora per molto il n.1 della porta interista. La sincerità e la schiettezza del giocatore hanno sempre contrastato terribilmente con un modo falso e diplomatico: ” la società mi aveva chiesto di ridurmi pesantemente lo stipendio, non sono impocrita, nessun giocatore avrebbe accettato e sono stato così messo sul mercato “. In realtà, anche in questo caso, Julio è stato fin troppo buono e sincero, perchè la trattativa per Handanovic andava avanti sotto traccia già dalla scorsa primavera. Una mossa neanhce troppo astuta, quella dei dirigenti dell’Inter, di prendere l’ex Udinese con ancora in casa Julio, che diveniva quindi un esubero della rosa, e con valore zero sul mercato. Un pò quello per cui è stato accusato Pazzini, reo con le sue dichiarazioni il giorno della presentazione della squadra, di aver fatto cadere il suo valore di mercato. Si predica bene e si razzola male. Non basta, l’Inter si è vista costretta per altro a pagare una buonauscita al giocatore pari a 2,5 milioni di euro, quasi la metà del suo stipendio annuale, per poter rescindere anticipatamente il contratto. Ieri la volontà espressa dal giocatore di salutare i propri tifosi domenica sera prima di Inter-Roma: richiesta parzialmente accolta, il saluto ci sarà ma quest’oggi prima del Vaslui. Un ultimo smacco, a chi ha fatto di queste persone i dirigenti che oggi possono andare in giro vantandosi di aver vinto 15 titoli in 7 anni, e di essere gli unici autori del Triplete nella storia del calcio italiano. L’unico grazie dei tifosi, oltre che al grande uomo e giocatore Julio Cesar, va a Roberto Mancini: fu lui nel lontano 2004 ad intravedere nel brasiliano le doti eccellenti poi emerse, prima a danno di Toldo, con annesse ed aspre critiche, e poi agli occhi di tutto il mondo.
Goodbye Julio!
Orazio Rotunno
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