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Europa League

Europa League, mai così tanta Italia da 15 anni

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Come quando giochi a Risiko, più carri armati hai più possibilità hai di raggiungere l’obiettivo. Il calcio italiano stenta a tenere il passo delle big in Champions, ma piazza ben cinque squadre ai 16esimi dell’Europa League, la “serie B” europea. Lo scarso appeal, e il conseguente poco impegno con il quale le nostre formazioni si approcciavano a tale competizione sono stati il vero tallone d’achille del nostro calcio, con un ranking europeo sempre più deficitario proprio a causa di una Coppa Uefa, ora Europa League, che esaltava squadre ucraine, russe, portoghesi e scozzesi. L’ultima finale fu disputata (e vinta) dal Parma, maggio 1999; l’Italia partirà a febbraio con buone possibilità di piazzarne almeno una fino alla fine. Non conosciamo ancora l’esito del sorteggio (lunedì a Nyon), ma tale situazione di “vantaggio” non la registravamo da ben 15 anni.

Hagi trascinò, a discapito delle italiane, il Galatasaray alla Coppa Uefa 2000

Hagi trascinò, a discapito delle italiane, il Galatasaray alla Coppa Uefa 2000

QUELLA NOTTE DI MARZO SI RUPPE L’INCANTESIMO – Inutile ricordare le imprese del calcio nostrano negli anni ’90; Champions, Coppa Uefa o la compianta Coppa delle Coppe, le notti di maggio regalavano sorrisi e pazzi  festeggiamenti a rotazione in molte piazze italiane. Quella sera del 9 marzo 2000 però qualcosa si è inceppato. Il giocattolo si è rotto. Le nostre quattro rappresentanti giunte agli ottavi vennero tutte spazzate via, anche contro pronostico, in una della giornate sportive più nere per il nostro pallone. Ma facciamo un passo indietro, ai 16esimi: ad approdarvi furono Bologna, Roma, Juventus, Parma e Udinese. Solo i felsinei, eliminati dai futuri vincitori del Galatasaray e semifinalisti la stagione precedente, non approdarono al turno successivo. E dire che potevano essere sei, con il Milan in quella famosa notte di Istanbul(città proibita..) che, oltre al danno inferto proprio dai turchi, subiva pure la beffa della totale eliminazione dall’Europa. Di quel gruppo soltanto la Roma, arrivata fin qui grazie al “paracadute” della Champions di oggi, ne fa parte. A dimostrazione di quanto sia cambiata la geografia del nostro calcio.

UN’OCCASIONE DA SFRUTTARE – Il Torino vincitore a Copenhagen agguanta il “gruppone italiano” e regala un sorriso ai tifosi, che per una sera dimenticano le peripezie del Campionato e ricordano la finale europea raggiunta nel 1992. Erano altri tempi, ma quel cerchio chiusosi bruscamente in quella notte di marzo può riaprirsi già in questa stagione. Napoli e Roma ad agosto sognavano di raggiungere gli ottavi di Champions: non tutto il male viene per nuocere, e due squadre comunque ai vertici del nostro pallone possono e devono trovare la strada verso la finale. Un gradino sotto per Inter e Fiorentina, che potranno comunque dire la loro se riusciranno in un paio di mesi a risolvere i rispettivi problemi. Il Toro è un’incognita: molto dipenderà dal Campionato. Vincere comunque aiuta a vincere. Se le nostre squadra l’avranno recepito, presto potremmo tornare a divertirci tutti.

Manlio Mattaccini

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