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Le 5 stelle scadenti esprimono un desiderio: Beppe Grillo addio
Pubblicato
6 anni fa|


Artini e Pinna espulsi da Beppe Grillo
BEPPE GRILLO MARIA ANTONIETTA-“Beppe Beppe, c’è la ggente qua sotto. Grida urla” -“Vaf… cosa vogliono questi?”-“Hanno fame”-
-“Allora diamogli le brioches. Anzi no diamogli del pane, quello di ieri che le brioches costano”.
“No Beppe, hanno fame di democrazia”-“Ma vaf, con tutto quello che succede in Italia. Stanno a guardare come gestisco la mia azienda. Belin gli darò un direttorio“. Me la sono immaginata così la scena tra un “cortigiano” peppista e Beppe Grillo in versione Maria Antonietta, durante la presa della Bastiglia- alias villa di Marina di Bibiona- dove una delegazione di attivisti e parlamentari ha stazionato in attesa di essere ricevuta dal megafono del M5S; in seguito all’ennesima espulsione, perpetrata questa volta ai danni di Massimo Artini e Paola Pinna.
ILLUMINAZIONI DEMOCRATICHE TARDIVE- Saltiamo i convenevoli sul perchè e il percome, di cui vi hanno inondato mass media e saggi dell’ultima ora. E’ necessario partire da un presupposto importante. Beppe Grillo, come Kim Jong, ha il diritto di espellere chiunque. Anzi sarebbe sufficiente inibire loro- come già fatto a livello locale- l’utilizzo del marchio. Evitandoci la stucchevole farsa delle consultazioni on line. I dissidenti odierni hanno millemila ragioni. Sono le stesse ragioni però che hanno fatto perdere per strada, dall’inizio della legislatura, più o meno una ventina di colleghi tra espulsioni e dimissioni.
Illuminazioni democratiche un pò tardive da correlare al pessimo trend elettorale pentastellato. Che sembra non abbiano sfiorato nessuno, quando hanno sottoscritto un patto con il proprietario di un marchio, la cui sede è un blog. Cuori di leone che si sono ben guardati di accusare esplicitamente Beppe Grillo.
FUORI DALLA REALTA’– Nessuna meraviglia quindi in merito all’ atteggiamento di I’m only megaphone. Misogino, refrattario al confronto e fuori dalla realtà. Fugge nella villa toscana per evitare la stampa. Questa volta è assediato dal “fuoco amico” e dopo un ora decide di parlare con la delegazione, guidata proprio da Massimo Artini. Il quale riferisce di un colloquio kafkiano. Il movimento è in salute, non vi sono flessioni. E tu caro Artini non hai versato e rendicontato nulla. Cosa assolutamente infondata e questo vale anche per Paola Pinna. Beppe Grillo parla come se fosse davanti ad un palco. Dinanzi ad un platea di possibili elettori da convincere.
Al termine il passaggio melodrammatico, tanto caro a Peppuccio nostro. “Ma come non vi fidate più di me? E’ questo il problema, la fiducia? “
IL DIRETTORIO- Cosi’, mentre le visualizzazioni e gli introiti pubblicitari del blog vanno alle stelle, Gianroberto Casaleggio, altro geniaccio della politica, fa un bel copia-incolla di un articolo del vate Marco Travaglio e snocciola la proposta del direttorio. Un full di briscola, naturalmente calato dall’alto. Cinque parlamentari appunto come le stelle. Ovviamente tutti fedelissimi. Ma in tutti i partiti le lingue felpate hanno ampie possibilità di emergere. Non poteva mancare Alessandro Dibattista– detto Dibba- quello che scambia Isis con Hamas, che continua a diffondere la bufala dei 98md regalati ai concessionari del gioco d’azzardo. Quello che si definisce scrittore, perchè la Casaleggio Associati gli ha pubblicato un libro. Luigi Di Maio– in arte Gigetto- vice presidente della Camera, per grazia ricevuta dall odiato PD. Quello che non è riuscito a laurearsi in dieci anni. Quello che ha fatto un interrogazione sugli acquisti Consip, non sapendo che la PA è obbligata a farlo. Quello che ha acquistato partecipazioni in una società edilizia campana. La cui sede legale appare su Google totalmente diroccata. E poi c’è la ciliegina sulla torta. Carlo Sibilia- Carletto per gli amici- propugnatore di scie chimiche e complotti. Probabilmente selezionato, poichè Topo Gigio era indisposto. Al cui confronto Antonio Razzi è un eminente statista!
LA SCISSIONE- Dopo l’ultima e concitata assemblea notturna dei parlamentari pentastellati, da dove il povero Rocco Casalino è stato cacciato, iniziano a profilarsi distintamente due anime dei five stars. Quella che li trasformerà, partendo proprio dalla prima struttura dirigenziale della loro storia, in un partito con tutti i crismi. Con annessa possibilità di sottoscrivere alleanze, visto l’inevitabile discesa di consensi e l’ Italicum alle porte, mallevando astutamente Beppe Grillo da questa responsabilità. E poi i “nativi”. Coloro che desiderano tornare alle origini del M5S, pre-Grillo. Coloro che guardano con interesse all’Altra Europa di Tsipras e all’esperienza spagnola di Podemos coniugando la spontaneità movimentista, l’organizzazione politica e la democrazia diretta. Insomma quasi un miracolo. State sicuri che siamo solo alla prima puntata. In alto i blog !
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