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Politica, domani l’incontro Renzi-Berlusconi
Sarà domani, in mattinata o a metà pomeriggio, l’atteso incontro tra il segretario del PD Renzi e Silvio Berlusconi. I due leader ancora non si sono visti, ma già fioccano le polemiche su un possibile accordo che, da più fronti, viene visto come possibile pietra tombale su una maggioranza già fragile. Sul tavolo del dibattito, ovviamente, la legge elettorale.
IL PD – La notizia dell’incontro ha creato una spaccatura interna al Partito Democratico. Gianni Cuperlo, avversario di Renzi alle recenti primarie, ha consigliato ufficialmente al segretario di annullare l’appuntamento. Più estrema l’ala bersaniana del partito :”Se si chiude il patto Berlusconi-Renzi che esclude tutti gli altri, la maggioranza finisce domani” ha dichiarato il deputato Alfredo D’Attorre, il quale si è dichiarato perplesso sulla scelta di Renzi di incontrare il Cavaliere:”Un Pd normale dovrebbe partire dalla maggioranza e poi allargare il confronto, mentre è strano chiudere un accordo con Berlusconi che ha detto che vuole le elezioni anticipate e invece escludere chi è disposto anche a fare le altre riforme, sul Senato e il Titolo V della Costituzione”.
ALTRI FRONTI – Le polemiche sul possibile accordo Renzi-Berlusconi non arrivano solo dal PD. Anche Monti e Alfano sono pronti ad aprire la crisi di governo, se questa intesa sulla riforma elettorale dovesse ricalcare il modello spagnolo, penalizzando perciò i partiti minori. “Un passaggio così radicale dovrebbe essere affrontato confrontandosi con i propri alleati nella maggioranza”, questo il pensiero di NCD e Scelta Civica.
RENZI – “Legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare, ma io non mollo.” Questo il pensiero del sindaco di Firenze, espresso in giornata tramite Twitter. Il segretario ha replicato – sempre via social network – anche alle dichiarazioni di D’attore, sottolineando come il voto delle primarie abbia già decretato quella che deve essere la linea del partito. Appaiono inutili quindi le due ore di colloquio avute ieri sera col Presidente del Consiglio Letta, nonostante gli appelli Renzi sembra deciso ad andare avanti per la propria strada, comportandosi già da candidato premier.
Simone Viscardi