Politica
Renzi-Letta-Alfano: il Triangolo no! (Non l’avevano considerato?)
Un Renzi trasformista, degno di giolittiana memoria, prosegue la sua campagna di “rottamazione” delle sorti politiche nostrane.
UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE – Mattatore indiscusso delle scene del Partito Democratico, il Sindaco sferra colpi al governo con una mano salvo poi lasciarsi andare in esternazioni di sostegno con l’altra. Un Letta, non ancora atterrato in patria, che deve continuare a sobbarcarsi l’onere di guidare un paese le cui questioni “vere” sembrano essere drasticamente lontane da ciò che viene discusso. E nel farlo viene sgambettato ripetutamente dai suoi stessi compagni di squadra. Un Alfano infine sembra contar meno del suo ex mentore, ma reclama con forza ciò che spetta al suo partito e attacca il capo del governo e il segretario del PD.
Quel che si delinea è un vero e proprio triangolo tra i “top players” della politica italiana. Renzi va avanti per la sua strada e nel farlo non si astiene da critiche nette nei confronti del governo; ultimo esempio, la lettera pubblicata su “La Stampa“ dove affonda un ulteriore colpo al governo, ma in particolare nella sua personificazione per eccellenza: Enrico Letta.
Angelino Alfano, da un lato, avverte il Sindaco di Firenze: “Non ci faremo dettare l’agenda“, Renzi ricordi che “l’arroganza non paga con gli italiani“; dall’altro esorta il Premier: “Letta si assuma le sue responsabilità e l’onere del rimpasto“.
LETTA GOVERNA MALE – Nella lettera si legge: “Il primo ministro è il capo del governo. Se si logora, si logora per le cose che fa. O che non fa. Non per il tentativo di altri di realizzare finalmente riforme attese da vent’anni”. E rincara la dose: “Se Letta si logora è perché governa male, non perché c’è un nuovo segretario del Pd”. Nonostante l’attacco esplicito, il segretario del Partito Democratico ammette di sentirsi obbligato a dare una mano a Letta per far si che il governo tenga e le riforme vadano in porto, ma sarà vero? In occasione di una riunione con i suoi senatori lo stesso Renzi non si era posto scrupoli nell’affermare che finora il governo Letta non abbia fatto niente e qui appare evidente lo sgambetto di cui si parlava prima. Nodo cruciale del rapporto Renzi-Letta rimane la riforma della legge elettorale. Renzi ha messo sul tavolo tre proposte che finora non hanno riscontrato apprezzamenti rilevanti. Da NCD e Alfano viene aperta la strada ad una delle tre. Si prospetta invece un incontro con Berlusconi che ha manifestato simpatie per il sistema elettorale Spagnolo, incontro che però viene scongiurato dalla corrente dei “Cuperliani” .
RIMPASTO – Come se non bastassero i colpi dei compagni di squadra, arrivano fendenti anche dalla parte opposta. Alfano, in un intervista radiofonica si fa portavoce degli umori collettivi: “Sul rimpasto – afferma il ministro dell’interno – c’è una grande ipocrisia: tutti lo vogliono, nessuno lo dice. In realtà le spinte per il cambiamento di alcuni ministri ci sono. Letta rientrerà oggi dal Messico e dovrà assumersi il peso,l’onere e la fatica di trovare la composizione”. Ma al di là del rimpasto di governo, ciò che preoccupa Alfano è la tenuta stessa dell’esecutivo. Il gioco di Renzi e del PD sembra essere fin troppo anomalo e multiforme: “Si riuniscano e decidano una volta per tutte se riconoscono il presidente del Consiglio e se lo riconoscono lo aiutino. Se non lo riconoscono facciano una proposta alternativa al Paese“. Il leader di NCD non accetta l’arroganza di Renzi e gli lancia un monito: “L’arroganza non paga con gli italiani“.
Valerio Bucceri