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Milan-Inter, dal poker di Mourinho alla disfatta di Leonardo

Una partita senza storia, il manifesto di una stagione che sarà trionfale per un cugino e deludente per l’altro. Il derby di Milano non è mai una partita banale, non è mai un match pronosticabile, è quasi sempre spettacolo nella sua essenza più pura. L’incrocio più sorprendente degli ultimi anni portò la firma indelebile di José Mourinho e la maschera sofferente di Leonardo. Quello che segue è il racconto di un Milan-Inter particolare: era il 29 agosto del 2009.
LA SPECIAL INTER ED UN TRIPLETE DA SOGNO – L’Inter di quell’anno era special, in ogni senso possibile. La rosa, arricchita nel 2009 dagli arrivi di Eto’o, Lucio e Sneijder e dall’addio decisivo di Ibrahimovic, era di gran lunga la più forte d’Italia, mentre l’allenatore, José Mourinho, era la guida carismatica di un gruppo plasmato dallo spirito di sacrificio e dai successi. Ciò che ha trasformato una squadra fenomenale in una squadra leggendaria è stato lo storico triplete conquistato a fine stagione, che ha riportato l’Inter sul tutto d’Europa dopo quarantacinque anni.
IL MILAN E DUE ADDII DOLOROSI – Sull’altra sponda del Naviglio, invece, il Milan visse emozioni molto diverse. Il 2009/10 si aprì con gli addii di Kakà (passato al Real Madrid) e Carlo Ancelotti, che aveva guidato il Diavolo verso la vittoria di due Champions League. Si capì da subito che quello sarebbe stato un anno di transizione e scommesse. La rosa non era forte come un tempo e Leonardo, scelto da Berlusconi per dare un seguito all’era ancelottiana, era alla prima esperienza da allenatore. La stella di quel Milan era uno dei giocatori più forti degli ultimi vent’anni, Ronaldinho, sbarcato però in Italia in netta fase calante.
MILAN ORGOGLIOSO, INTER ILLUMINATA DA SNEIJDER – Milan-Inter si giocò in una calda notte di fine agosto, alla seconda giornata di campionato. I rossoneri avevano esordito con un successo a Siena, mentre i nerazzurri avevano pareggiato in casa contro il sorprendente Bari di Ventura. L’unico pronostico possibile era l’1×2: nessun calcolo in ottica classifica, nessun valore definito, c’era solo un derby da combattere fino all’ultimo respiro. Non appena l’arbitro Rizzoli diede il fischio d’inizio del match, però, si capì quale sarebbe stato il cliché dei successivi novanta minuti. Il Milan partì forte, voglioso di arrivare al gol del vantaggio, ma lo fece spinto unicamente dalla foga agonistica, senza tante idee. Nell’Inter, invece, si mise subito in luce la stella di Sneijder, arrivato a Milano da pochissimi giorni. Era lui il trequartista tanto desiderato da Mourinho, e l’olandese ripagò subito le attese del tecnico con un gran tiro dal 25 metri, controllato in malo modo da Storari. I nerazzurri, dopo qualche momento di studio, presero il controllo del match, stroncando l’avversario inerme in sette minuti.
UN TRIS LETALE – Il dominio interista si concretizzò con un gol da favola al 29′ del primo tempo. Thiago Motta ed Eto’o fecero quel che volsero al limite dell’area di rigore milanista e tagliarono in due la difesa avversaria con una triangolazione perfetta, che portò il brasiliano solo davanti a Storari. Il gol messo a segno non fu altro che una naturale conseguenza. Sette minuti dopo si chiuse il match: Eto’o si involò sulla fascia destra, lasciata colpevolmente scoperta da un disastroso Jankulovski, e Gattuso non poté far altro che inseguirlo fin dentro l’area per poi stenderlo. Nonostante fosse un fallo da ultimo uomo ed interruzione di una chiara occasione da rete, Rizzoli si limitò ad ammonire il capitano del Milan ed assegnò un rigore all’Inter. Milito realizzò con freddezza e mise al tappetto il Diavolo. Al 39′ Gattuso mise una pietra tombale sul match, facendosi espellere per un’inutile fallo a centrocampo su Sneijder. Nel finale della frazione, si scatenò l’apoteosi nerazzurra: Maicon percorse palla al piede come una furia la fascia destra, triangolò con Milito, entrò in area e trafisse Storari con un bel tiro rasoterra. 0-3 alla fine del primo tempo: Milan-Inter non aveva più nulla da dire. Forse.
LA FIRMA DI STANKOVIC – Nei secondi 45 minuti, l’Inter controllò il match, ma non smise di giocare. Il Milan era sulle gambe, in ginocchio, incapace di reagire. Al 67′ Stankovic sfruttò un’azione partita dall’ennesima sgroppata di Maicon e si inventò un gol meraviglioso dai trenta metri. Poker e tutti a casa. Il triplice fischio finale fece esplodere di gioia la San Siro nerazzurra, consapevole di poter sognare qualunque obiettivo, mentre il Meazza rossonero si rese conto che sarebbe stata una stagione difficile, non all’altezza del loro blasone.
Antonio Casu @antoniocasu_
