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Lorenzo Pellegrini, lacrime e sudore

Non giocava una partita dal 4 maggio, Lorenzo Pellegrini. Non giocava, stava male e stava anche per lasciare la Roma. La sua Roma.
Non giocava una partita da quattro mesi, non ha fatto una preparazione completa, per colpa dell’infortunio, non era al 100% con il fisico, ma soprattutto con la mente. Doveva andare via, doveva essere svenduto, doveva partire ora per evitare di perderlo a zero a giugno. Gasperini era stato chiaro, alla prima conferenza stampa: “La società non vuole rinnovare il contratto”. Porta sbarrata, storia finita. C’era stata qualche lusinga della Premier, negli ultimi giorni di mercato. Qualche sondaggio del Milan. Poi niente, silenzio. Il solito odio sui social, la rabbia che scorre dentro, la voglia di mettersi in gioco.
Non giocava da quattro mesi, Lorenzo Pellegrini. E non avrebbe dovuto giocare neanche oggi. Ma dai, ti pare che Gasperini mette titolare lui, proprio in quella zona del campo dove per tutta l’estate ha chiesto un top player. In una zona del campo dove manca Dybala, dove ha provato El Aynaoui, dove è passato anche Baldanzi, dove è naturale che sia El Shaarawy.
E invece eccolo lì. Annunciato nella distinta, sussurrato in diretta radio, acclamato dallo Stadio, soprattutto dalla Curva Sud, che gli è stata sempre al fianco. Scortato in campo da Cristante e Mancini, che all’ingresso in campo per il riscaldamento si sistemano ai suoi fianchi. Uno a destra, l’altro a sinistra. “Tutte le persone vicine a me, come Mancio, mi sono state accanto in questo periodo difficile e di fatica ma di volontà” dirà Lorenzo Pellegrini a fine partita.
Ma tra il riscaldamento e le dichiarazioni davanti alle telecamere c’è tutto un mondo e un piccolo particolare. Lorenzo Pellegrini, che non giocava una partita da quattro mesi, che doveva andare via, che non serviva più alla Roma, che era un problema e forse anche un peso, segna. Segna e fa vincere il derby alla sua squadra. Alla sua Roma.
Segna e piange, segna e manda un bacio alla sua gente. Poi con le stesse mani si copre la faccia, un po’ per nascondere gli occhi lucidi, un po’ per sciacquarsi di dosso sudore e stupore, incredulità e stanchezza. Per vedere se sta sognando.
E no, non è un sogno. Lorenzo Pellegrini ha segnato a un derby, di nuovo. 4 gol nel derby, tutti sotto la Nord, in attesa di un gol finalmente sotto la Sud. “C’è una costante: io amo la Roma. Fino a quando resterò qui non ci sarà un momento in cui io darò qualcosa di meno. Non so cosa accadrà in futuro, la vita è imprevedibile. Ero a un passo dall’addio ed ero infortunato, oggi ho segnato il gol vittoria nel derby. Il calcio è imprevedibile e io me lo vivo fino alla fine con questa maglia addosso”.
Il calcio è imprevedibile. Il calcio è strano, Beppe. Il calcio è bellissimo. Chiedetelo a Lorenzo Pellegrini, capitano della Roma.
