Champions League
Un suicidio tattico senza precedenti

Per una cavalcata senza senso, ci voleva un finale senza senso. La Roma si fa trucidare dal Liverpool, finendo sotto di 5 reti, poi si sveglia all’improvviso, segna due gol e si regala, come ai quarti, un’altra serata in cui coltivare un sogno assurdo. Le imprese sono belle perché irripetibili ma, arrivati a questo punto, non ha significato alcuno mettersi a fare calcoli. Si spera comunque che, almeno Di Francesco, due schemini in testa se li ripassi.
TU QUOQUE… – Tirata d’orecchio per Di Francesco, dopo che lo si era giustamente esaltato in seguito al capolavoro del ritorno contro il Barcellona. Non tutte le partite sono uguali, banalità quanto mai confermata stasera, visto che il medesimo assetto tattico che aveva affossato Messi e soci si è liquefatto sotto i colpi del Messi d’Egitto. Non a caso, a parte il calo del Liverpool, con il 433 la Roma ha dato un senso alla sua partita e al ritorno, concludendo con dignità un match che, ad un certo punto, lasciava prevedere notti da incubo.
E ADESSO? – Al triplice fischio, i calciatori del Liverpool non hanno riso, e i tifosi si sono limitati ad applaudire. Il 5-2 lascia ampi margini agli uomini di Klopp, ma il ricordo della Romuntada è ancora freschissimo. Inutile dire cosa servirà ai giallorossi, lo sanno tutti e, quindi, come è fatale, non lo sa nessuno. Fatto sta che, di nuovo, la Roma si concede una speranza per il suo sogno senza senso. E per chi, di nascosto, aveva tirato fuori lo spumante, l’amara delusione. Sarà da rimettere in fresco; potrà essere stappato solamente il 2 Maggio.
