Calcio Estero
Liga: un campionato a due velocità | L’editoriale
Nessuno stupore per la Liga a due velocità, perché sono anni che la vittoria finale è un affare da ricchi, perché sono anni che lo “spareggio” si chiama Clasico, e da ormai troppo tempo Messi e Ronaldo si contendono la Liga a suon di goal, con dei numeri che hanno dell’incredibile.
IL TERZO INCOMODO – La scorsa stagione poteva essere un caso, ma dopo 15 giornate l’Atletico Madrid deve sentirsi come chi vince una borsa di studio a Yale ed ha la possibilità di laurearsi in una delle Università più prestigiose del mondo grazie ai propri meriti più che ai soldi. La squadra di Simeone conta 40 punti su 45 disponibili, gli stessi del Barcellona, in attesa dello scontro diretto del 12 gennaio, 3 in più dei cugini del Real, grazie al derby vinto al Santiago Bernabeu. La mano di Simeone si vede, specialmente per la mentalità che ha portato e per come ha saputo gestire la partenza di Radamel Falcao, dimostrando a tutti che il suo Atletico non dipendeva da un solo grande giocatore, ma sono forse i giocatori a dipendere dal suo gioco. Tanto che Diego Costa con il goal di ieri è salito a quota 15 e senza contare i rigori sarebbe anche davanti a Cristiano Ronaldo. Contro l’Elche l’Atletico non è stato brillante, ma da squadra navigata ha saputo sfruttare le uniche occasioni che ha avuto, superando un altro esame.
SPECIALITA’ GOLEADA – Anche senza Cristiano Ronaldo e i suoi 17 centri in Liga, il Real Madrid di Ancelotti sembra aver trovato la quadratura del cerchio. Molto si deve al rientro di Xabi Alonso, metronomo troppo importante, che ha ridato equilibrio e tempi ad un centrocampo che si stancava troppo in fretta di manovrare. Il riposo forzato di CR7 ha lasciato a Bale il ruolo di protagonista, e il gallese non si è fatto attendere, firmando la sua prima tripletta blanca, ed ha ridato spazio ad Angel Di Maria, non certo una comparsa, che in Europa farebbe le fortune di molti club. I punti di distacco dal Barcellona pesano sulla classifica, ma non sul morale di una squadra che grazie ai risultati comincia anche a divertirsi.
LE SPINE DI MARTINO – Finora il Barcellona ha sempre fatto di necessità virtù, e le assenze hanno inciso sul gioco ma non sul risultato finale. Il problema nasce nel momento in cui gli assenti aumentano e i tempi di recupero si allungano. Jordi Alba è assente praticamente da inizio stagione e su quella fascia anche Adriano ha avuto qualche problemino. Ora con il brasiliano recuperato, c’è l’altro verde-oro Dani Alves fermo ai box con Montoya che fa da tappabuchi. L’assenza di Messi, che è volato in Argentina per curarsi, pesa perché Neymar non ha la stessa vena realizzativa dell’argentino, ma soprattutto perché con Fabregas ad agire da “falso nueve” il Barcellona non ha ricambi di qualità in mezzo al campo, con il trio Busquets-Xavi-Iniesta chiamato agli straordinari. Più di qualche punto si deve alla grande stagione di Victor Valdes, e la sua assenza rischia di risultare la più pesante.
VOGLIA DI EUROPA – Il resto della Liga deve accontentarsi dell’ultimo posto in Champions League e di un piazzamento per l’Europa League. Nella corsa per il quarto posto il Villareal comincia a perdere colpi, dopo un avvio senza timori reverenziali. La vera sfida potrebbe parlare basco, con l’Athletic Bilbao, quasi inarrestabile tra le mura amiche (lo ha confermato anche con il Barcellona), che deve fare il salto di qualità anche fuori dal San Mames, e la Real Sociedad che con l’esclusione dalle coppe potrà concentrarsi sulla Liga per provare a ripetere la galoppata dello scorso anno. L’Europa League sarà il premio di consolazione e molti si aspettano anche la reazione di Siviglia e Valencia in pieno progetto di rinnovamento.
E’ faticoso ricordare l’ultima volta nella Liga con Messi e Ronaldo contemporaneamente assenti, ma questo fine settimana sarà ricordato anche perché la Liga riprende da qui. La vittoria dell’Athletic Bilbao, dopo quella dell’Ajax in Champions League, segna la prima mini-crisi del Barça. Gerardo Martino finora ha gestito al meglio la serie positiva, ora dovrà fare altrettanto per ricominciare a vincere.
Andrea Croce