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Follia ultrà: RoboCop, salvaci tu!

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Alex J. Murphy, detto RoboCop

Alex J. Murphy, detto RoboCop

Per favore, getti l’arma a terra. Ha venti secondi per eseguire”. Detroit è molto lontana da Lecce e da qualsiasi altra ridente località della Terra delle Multe, forse troppo, ma un tentativo vale la pena di farlo. Abbiamo un grosso problema di ordine pubblico, infatti, e la verità è che non siamo capaci di risolverlo: manca la volontà politica, è evidente, e quindi si avverte in modo sempre più diffuso la necessità di una soluzione drastica e definitiva. Il tempo dei tentennamenti e delle pecette è finito: ora è venuto quello della terapia. D’urto, naturalmente.

ROBOCOP, WE NEED YOU – Istituzioni inette o corrotte, poliziotti e steward che rischiano la pelle in modo assurdo, gang di teppisti che scorrazzano indisturbati per la città, pene ridicole per quei pochi che vengono acciuffati, una Legge con poca giustizia e una Giustizia obbligata a rispettarla. Caro RoboCop, tu sei di Detroit, ma se vieni in Italia ti sembrerà di essere a casa. Certo, sappiamo che dalle tue parti il lavoro non ti manca, ma noi quaggiù siamo messi davvero male, anzi peggio. Sai cosa succede qui da noi, ad esempio, a chi viene arrestato per aver preso a bottigliate la polizia (e poi si scopre che ha pure violato il Daspo emesso nei suoi confronti dalla Questura di Salerno)? Niente, cosa vuoi che gli succeda, si becca solo l’obbligo di dimora nel comune di residenza e la pubblicazione del nome (Vincenzo Coppola da Erchie, provincia di Brindisi) sui giornali. La verità è che nemmeno nella tua giungla di cemento il braccio della Legge è così debole, e ti preghiamo con tutto il cuore, caro Murphy (sappiamo che preferisci essere chiamato così), di considerare che qui non c’è neppure un briciolo di fiction: qui è tutto vero.

NON SOLO LECCE – Ed è proprio la realtà intorno a noi, così squallida e apparentemente immutabile, che ci spinge a invocare il tuo intervento, Murphy, senza il quale non riusciamo proprio a intravedere una via di uscita. Magari fosse solo il Salento il nostro problema! La guerriglia che ha infiammato Lecce, purtroppo, in Italia può scoppiare (e scoppia) un po’ ovunque, e l’ordine che alla fine viene ristabilito (fra tanti feriti, mille fatiche e vagonate di euro) è sempre e soltanto provvisorio. Ora basta! Abbiamo bisogno di qualcosa di definitivo, e solo tu puoi garantircelo! Facci sognare a occhi aperti, generoso sbirro d’acciaio, e fatti vedere fuori dall’Olimpico prima del derby, o in stazione quando arriva il “treno speciale”, o sui campetti di provincia dove i ragazzini giocano a calcio e i genitori sputano sui guardalinee. Siamo convinti che non avrai nessuna necessità di entrare in azione: la tua vista sarà più che sufficiente a trasformare i leoni delle curve in conigli bagnati, e a fargli rispettare quella legge che sono abituati a infrangere impuniti. E già che ci sei, carissimo Murphy, cura il male alla radice e occupati brevemente di quelli che stanno “dietro”, quelli che parlano e non fanno, che promettono e non mantengono e hanno tanto bisogno di qualcuno che gli schiarisca le idee una volta per tutte.

Devo andare. Da qualche parte, in uno stadio italiano, stanno commettendo un crimine”. Sì, dicci che lo stai pensando, e facci sognare. Almeno tu.

Enrico Steidler

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