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Striscioni e simulazioni, è la Serie A il covo della banda bassotti
La nuova versione dell’ “Italian Job” va in scena in 3D sui campi di gioco. La cornice è l’ottava giornata di Serie A, l’ambientazione Reggio Emilia e Milano by night. Tra la simulazione di Paolo Cannavaro che è costata cara alla Lazio di Pioli e la coreografia provocatoria di Inter-Juventus passa il filo di una speranza, di un calcio che diverte e non ferisce.
TUTTI GIU’ PER TERRA – Minuto 7 della sfida al Mapei Stadium tra Sassuolo e Lazio. Il punteggio è sullo 0-0, i tifosi sul divano stanno ancora sonnecchiando e le emozioni devono ancora arrivare. Almeno finché Paolo Cannavaro trasforma un dribbling senza contatto in un tuffo da Tania Cagnotto. Premiato con un rigore al posto della medaglia. Un gesto che fa male per tanti motivi, forse per ultimo perché il difensore era stato uno dei più infuriati quando stava per essere convalidato il gol di Klose. Era settembre 2012 e quel Napoli-Lazio poteva già valere molto. Il tedesco poi ammise di aver segnato di mano e fece annullare la rete. Un gesto che non è stato esempio per tutti quelli che gridavano alla giustizia al San Paolo. Tra l’altro a fine partita Cannavaro ha poi negato di aver simulato. Dichiarazione quasi obbligata, o forse no. Di certo un gesto da condannare, per tutti.
LA COREOGRAFIA – Dalla truffa di Reggio Emilia alla provocazione a tinte nerazzurre del derby d’Italia il collegamento è immediato. Tra un “Continua a sognare” per il Triplete sfumato e l’immagine della Banda Bassotti afflitta, lo sfottò tra due tifoserie che non si sono mai amate raggiunge l’apice, con una frecciata sintetica ma velenosa. La provocazione risolleva l’orgoglio di una piazza che forse per la prima volta dai tempi di Stramaccioni rivive un derby con la speranza di poter essere soltanto un gradino (e non più una scala) inferiori agli avversari. Finché gli scontri tra tifosi rimangono in queste battute e coreografie ben vengano, sia chiaro. Vedremo cosa si inventerà lo Stadium per accogliere i nerazzurri nel match di ritorno. Senza inutili polemiche e disgustosi scontri, si spera. Il calcio che non ferisce ma diverte anche sullo 0-0 è sempre il migliore. Che la Banda Bassotti rimanga solo una battuta sugli striscioni e non scenda sui campi di Serie A (indossando qualsiasi maglia) per rubare il divertimento agli appassionati. Magari con una simulazione a Reggio Emilia.