Focus
Aurelio De Laurentiis, vittima del vittimismo
Dalla A di Arbitri alla Z di Zamparini. Invitiamo i lettori a fare un giochino istruttivo: partite da Abete (perchè non c’è nessuno che si chiama Abaco o Abecedario) e provate a vedere se Google vi dà qualche risultato a proposito di una lite fra l’ex numero uno della Figc e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Fatto? Avete visto quanti spunti? Bene, ora proseguite battendo il nome del primo che vi passa per la testa, e probabilmente troverete che anche il secondo e il terzo si sono accapigliati una o più volte con l’uomo che disse “Cannavaro è uno stronzo“.
BON TON, QUESTO SCONOSCIUTO – Cavani, ad esempio, visto che siamo alla C, e poi De Magistris, De Sica, Ferrero, Gazzetta, Guardian, Inghilterra, Juventus, Lavezzi, Lotito, Mazzarri, Mourinho, ecc., ecc. Solo alla lettera A ne saltano fuori 4 in pochi minuti (Abete, Alciato, arbitri e l’immancabile Agnelliraptor), e con un po’ di pazienza forse troverete qualcosa anche per la X, la Y e la W. Cifre da record, quindi, e se approfondite l’indagine vi accorgerete che non è solo una mera questione di quantità. No: la guerra di De Laurentiis contro il mondo intero è fatta soprattutto di qualità. C’è modo e modo nelle cose, infatti, e quello del presidente azzurro – noto per aver aggredito un tifoso considerato impertinente – brilla per il suo inconfondibile aplomb. “Me ne vado, siete delle merde, torno a fare cinema” gridò nel 2011 ai suoi colleghi presidenti della Serie A; “Se Mazzoni – procuratore di Lavezzi, ndr – fa lo scemo gli stritolo le palle“; “Messi è un cretino che accetta di andar lì – la Copa America, ndr – Se fossi Messi direi ‘Non mi vengo a sputtanare e a fare la vetrina per quattro coglioni che non sanno come farmi giocare'”. “Se qualcuno vuole andare in Inghilterra vada pure – disse esortando i suoi talenti a non dare ascolto alle sirene d’oltremanica – ma sappia che si vive male, si mangia male e le donne non si fanno il bidet“.
VITTIMISMO BOOMERANG – Insomma: se qualcuno fa un torto a De Laurentiis (o, meglio, se De Laurentiis si ritiene vittima di qualcuno), la rappresaglia presidenziale scatta sempre immediata, e i modi sono come una firma: hai toppato? Ora ti stritolo… Prendete Sky, tanto per guardare alla lettera S. La Tv di Murdoch è accusata – a ragion veduta o meno non è questo il punto – di essere faziosa e irriguardosa nei confronti del Napoli Calcio – e quindi della città, dei tifosi, di un intero popolo, ecc., ecc. – e come reagisce allora il nostro eroe? Semplice: con il silenzio ad-aziendam: il Napoli parla con tutti ma non con Sky. Uffa! Tiè! Così impari! Ora, al di là dei risvolti più o meno grotteschi dell’intera bambinata (la società partenopea ha degli obblighi contrattuali con la pay tv, ad esempio, e non può permettersi di fare i capricci), quello che salta subito agli occhi è la mediocrità, per non dire provincialità, di un simile atteggiamento. De Laurentiis è stato abilissimo a riportare il Napoli nell’Olimpo del calcio italiano, questo va detto e sottolineato. Per vincere, però, manca ancora qualcosa. E non si tratta di soldi.
“Ma quando diventeremo una grande società?“ scriveva tre giorni fa un lettore del Mattino di Napoli. “Quand’è che il Napoli crescerà un po’? Quand’è che la finiremo con i soliti vittimismi, lacrime e sceneggiate? Ma voi lo sapete quanto prende il Napoli dalle tv o credete che i soldi li fa con i biglietti? Lo sapete che esiste un contratto scritto con degli accordi che prevedono le telecamere negli spogliatoi e le interviste entro mezz’ora dal fischio finale? Arriverà prima o poi un giorno nel quale il mondo intero potrà dire “Il Napoli? Grande squadra e grande società“. Oggi, purtroppo, siamo piccoli piccoli, ecco perchè l’Italia intera ci deride dovunque mettiamo piede. Un pizzico di orgoglio e dignità ce l’abbiamo?
Enrico Steidler