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Si può fare? Yaya! L’Inter potrebbe finalmente avere il suo leader

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Yaya Tourè nuovo acquisto Inter

E pensare che qualcuno ancora non capisce l’importanza del il peso di un allenatore come Roberto Mancini nelle dinamiche di una grande società: non me ne vogliano Mazzarri e i suoi fedeli – non sto parlando di un discorso tecnico – ma la realtà è che il carisma e l’appeal internazionale del tecnico jesino sono manna dal cielo per un’Inter che vuole tornare grande senza aver tanti soldi da spendere sul mercato. Perché conta poco stare a discutere sul 3-5-2 troppo difensivista o sul 4-2-3-1 troppo spericolato quando in campo schieri Kuzmanovic e Obi (con tutto il rispetto parlando): per vincere servono i grandi giocatori, perché in campo alla fin fine vanno loro. E allora ben venga un allenatore che magari ha fatto meno gavetta ma che riesce a convincere i cosiddetti “top player” ad abbracciare una causa difficile e rischiosa come quella nerazzurra.

Yaya Tourè e Mancini ai tempi del Manchester City

Yaya Tourè e Mancini ai tempi del Manchester City

MANCINI SANTO SUBITO – Ribadendo che non si sta parlando di un mero discorso tecnico-tattico, Mancini è il vero fautore (insieme a Piero Ausilio) della rinascita sul mercato della Beneamata: gli arrivi a Milano di grandi giocatori come Shaqiri e Brozovic – e di buone scommesse come Santon e Podolski – sono frutto del suo lavoro di convincimento, fatto di lunghe chiamate ricche di lusinghe ai giocatori e spiegazioni di progetti di rinascita. Il buon Mancio sta cercando di fare lo stesso con Yaya Tourè, stanco dell’avventura al City e intrigato dall’idea di riabbracciare il suo ex tecnico provando una nuova esperienza nel campionato italiano. Ebbene sì, Yaya ci sta facendo più di un pensierino, anche se l’Inter al momento naviga poco sopra la metà classifica…

TOURE’ VALE PER TRE – La prima Inter di Mancini ha fatto le sue fortune puntando su Patrick Vieira; la nuova Inter del Mancio potrebbe affidarsi al suo erede per tentare la definitiva rinascita. Yaya sarebbe fondamentale in questa squadra in quanto sarebbe finalmente quel perno a centrocampo capace di dare quantità e qualità alla squadra. Regista e incontrista, ottimo negli inserimenti, nel tiro da fuori ma anche nella copertura della difesa e nella gestione dei ritmi della squadra. Un vero leader insomma, dal curriculum spettacolare: fresco vincitore della Coppa d’Africa con la sua Costa d’Avorio, il centrocampista vanta una serie ricchissima di trofei anche con i suoi club di appartenenza. Tra Olympiakos, Barcellona e Manchester City ha collezionato 5 scudetti (1 in Grecia, 2 in Spagna e 2 in Inghilterra) 6 coppe nazionali (1 in Grecia, 2 in Spagna e 3 in Inghilterra) e con il Barcellona ha conquistato anche Champions League, Supercoppa europea e Mondiale per club. Senza contare che negli ultimi 4 anni è sempre stato premiato come miglior calciatore africano. A maggio compirà 32 anni, ma è integro fisicamente (dalla stagione 2007/2008 a oggi ha saltato solo 7 partite per infortunio) e capace di dare ancora tanto in una squadra – e in un campionato – che non sono certamente al livello del Manchester City e della Premier attuali.

DISCORSO ECONOMICO – Potrebbe essere l’unico scoglio legato alla trattativa. Tourè ha un contratto con il Manchester City che scade nel giugno del 2017: in Inghilterra percepisce 7 milioni a stagione e il costo del suo cartellino, data l’età, si attesterebbe sugli 8/10 milioni. Pur di riabbracciare Mancini però l’ivoriano sarebbe disposto a dimezzarsi l’ingaggio, attestandolo sui 3,5 milioni a stagione. Non una cifra inarrivabile per i nerazzurri, che non avrebbero grossi problemi nemmeno a sobbarcarsi il costo del suo cartellino. L’operazione sarebbe comunque onerosa, ma non impossibile come si sarebbe potuto pensare in un primo momento. Gli interisti già sognano, chissà che Tourè non possa veramente essere il botto del calciomercato estivo.

@jacopogino

Classe '94, studente presso la facoltà di giurisprudenza di Torino. Aspirante giornalista, cerco di unire qualità nella scrittura, nuove idee e, quando serve, una buona dose di ironia. Perché leggermi? Perché non scrivo mai cose banali e cerco sempre di proporre nuovi spunti interpretativi sui temi di cui parlo

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