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Barcellona, la crisi che sorprende solo i giornalisti

Sorpresa: appena fuori dal campo, il Barcellona è in mille pezzi. O forse di sorpresa c’è assai poco e tutto era prevedibile, conoscendo i movimenti del pallone. Storia di una crisi in salsa blaugrana

Barcellona: tutte le bizze di Leo Messi
NE RESTERA’ SOLTANTO UNO…. – Essere blaugrana non è la cosa più facile del mondo e non ce ne accorgiamo solo oggi. Sei la squadra più blasonata del momento, il modello di calcio spettacolo da seguire, paghi (anzi, pagavi) fior di milioni di euro per prendere chiunque e dovunque. Solo il meglio, per tutto: strutture, allenatori e giocatori. Ma gli uomini sbagliano e le strutture periscono e le falle si creano. Tutto naturale, no? No, se, per mantenere il mito da incensare si finge di ignorare i problemi, che poi esplodono tutto d’un botto e fanno molto male.
…. IN CAMPO… – In Italia lo abbiamo capito: Luis Enrique è, o prova ad essere un innovatore integralista tutto d’un pezzo che alla Roma ha preferito spezzarsi piuttosto che piegarsi, e Messi, oltre ai gol, ce lo raccontano tutti i suoi compagni di squadra che sono stati costretti ad andar via perché gli rubavano la scena, da Ibrahimovic in poi, anche se le parole più dure, all’epoca le ebbe Alexis Sanchez. E’ bastato poco perché le tensioni esplodessero e fossero sulla bocca di tutti dopo la sconfitta con la Real Sociedad, ma i ben informati dicono che tutto è partito perché Messi non avrebbe accettato una decisione di Luis Enrique arbitro in partitella. Insomma, la star che si comporta come noi da piccoli “tu mi hai offeso e con te non gioco più”.
…E FUORI – A tutto questo si potrebbe anche soprasasedere che in società non ci fosse, nello stesso momento, un vero e proprio terremoto societario. Addio al direttore sportivo ed ex bandiera blaugrana Zubizarreta e al dirigente (nonché ex campione dei catalani) Puyol. In soldoni: per una gestione del mercato troppo allegra, il Barcellona non potrà acquistare giocatori fino al 2017. Caccia al colpevole, paga Zubizarreta, forse il più piccolo, e non l’ex presidente (ora presidente) Bartomeu; vista l’aria che tirava, Puyol, nello staff dirigenziale da appena tre mesi, ha salutato tutti e se n’è andato, segno che non resti un grande campione a lungo senza avere del sale in zucca,
MORALE DELLA FAVOLA – Ci sono tutti i presupposti perché Carletto nostro e il suo Real quest’anno vincano la Liga. La vera forza, in un campionato lungo, non è solo di chi sa segnare, ma soprattutto di chi sa unire, e Carlo è un buon padre di famiglia calcistico, prima ancora che un allenatore. Vuoi battere il Barcellona? Non pensare agli schieramenti, pungili sul vivo…
