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Busacca, samurai e kamikaze: “Nishimura? Era ben posizionato”

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Massimo Busacca

Fifa che vai, usanza che trovi, e tutti sanno benissimo come vanno le cose a Zurigo e dintorni. E’ antica consuetudine di quei luoghi, infatti, cominciare male e andare avanti peggio, e il rispetto delle tradizioni è testimoniato ovunque, dai quattro mandati consecutivi del monarca Joseph Blatter ai mondiali brasiliani. La storia si ripete, quindi, e dopo l’esordio col botto (il rigore regalato dall’arbitro giapponese Yuichi Nishimura ai padroni di casa nel match inaugurale contro la Croazia), ecco che a stretto giro di posta arrivano i super-botti, l’arbitraggio del colombiano Roldan (che annulla due gol regolari al Messico contro il Camerun) e le considerazioni del capo del dipartimento arbitrale Fifa, il ticinese Massimo Busacca, sull’operato di Nishimura.

Nishimura-gol

Nishimura-gol

FISCHIETTI PER FIASCHI – Rigore inesistente? Arbitro a dir poco inadeguato? Decisioni (e designazione) infelici? Macché, dai, non scherziamo… sembra dire il Lìder Massimo, che incurante di tutto (l’evidenza e i fotomontaggi ironici di Nishimura che spopolano sul web) e di tutti (…gli spernacchi e gli insulti rivolti alla Fifa) veste i panni del samurai e contrattacca a spada sguainata per difendere il Grande Feudatario. Peccato, però, che il suo sia un contrattacco suicida. “Era ben posizionato – dichiara Busacca riferendosi a Nishimura durante il briefing quotidiano con la stampa – e dalla sua posizione ha giudicato il contatto (quello fra il croato Lovren e il brasiliano Fred, ndr). Gli arbitri prendono decisioni in meno di un secondo, si concentrano sui gesti – ha proseguito l’ex fischietto elvetico forse ripensando al suo famoso dito medio rivolto ai tifosi durante il match di Coppa Svizzera fra Baden e Young Boys – “E’ molto difficile trarre una conclusione, lui era in una buona posizione. Se si usano le mani e si entra in contatto con l’avversario si incoraggia l’arbitro ad andare verso una sola direzione”.

FIFA, BASTA LA PAROLA – Tutta colpa di Lovren, insomma, e non è finita qui. Alla domanda “Arbitrerà altre partite del mondiale il signor Nishimura?” il prode Busacca replica in modo sciaguratamente evasivo: “Non posso rispondere perché non abbiamo analizzato l’intera sfida (!) Dobbiamo considerare tutti i 90 minuti e non una sola decisione. Faremo un’analisi chiara e decideremo. Ok. Questa è la Fifa: è tutto regolare, va bene così, poi vediamo… Niente di nuovo sotto il sole. Forse, però, Busacca a parte, qualcosa sta cambiando, e ora tira un’aria più pesante del solito per la nomenklatura di regime. “Quando la gente pensa alla Fifa pensa alle tangenti, agli amici degli amici, alla corruzione e via discorrendo”, ha detto alcuni giorni fa il presidente della Federcalcio olandese Michael van Praag. “Sì, Blatter sta guidando un processo riformatore, è vero, ma sta cercando di fare riforme su un sistema sviluppatosi sotto la sua presidenza. Io sono fisso su Twitter quindi so cosa pensa la gente. Gli ho detto, vai su hashtag #Blatter o #Fifa o #Fifamafia e leggiti il pensiero di milioni di persone a cui non piace quello che fa la Fifa e ne hanno un’immagine diversa dalla tua”.

Nishimura-Cristo Redentore

Nishimura-Cristo Redentore

E se van Praag “critica”, Lord David Triesman, ex presidente della Federazione inglese, attacca a testa bassa: “Ho paura che la Fifa sia guidata come una famiglia di mafiosi con una lunga tradizione di bustarelle, tangenti, e corruzione, ha dichiarato il Lord mettendo da parte il consueto understatement britannico. “Penso che Don Corleone avrebbe riconosciuto e amato queste tattiche. Metà del comitato esecutivo che ha votato per l’ultima Coppa del Mondo deve andare a casa. La corruzione è stata fondata in un sistema e sostenuta dall’assenza di indagini dove la maggior parte degli accusati non è stata indagata. Decine di lavoratori immigrati morti nei lavori di costruzione degli stadi in Qatar sono stati ignorati”.

Già. Forse qualcosa sta cambiando, ma siccome parliamo della Fifa il peggio è sempre dietro l’angolo. Ecco cosa scrive l’Economist: “Perché il più grande gioco del mondo è gestito da un tale gruppo di mediocri, Sepp Blatter in testa, fin dal 1998? In qualsiasi altra organizzazione, gli scandali finanziari senza fine avrebbero azzerato il management. Né rincuora che i tentativi di fermare il Sig. Blatter siano condotti da Michel Platini, una volta un centrocampista meraviglioso, oggi dirigente che ha sostenuto la candidatura del Qatar. Molti fan di calcio sono indifferenti a tutto questo. A loro interessa il bel gioco, non i vecchi abiti stanchi che lo gestiscono. Ma sbagliano a pensare che non ci sia un prezzo e salato per tutto ciò. Corruzione e compiacenza dei vertici rendono sterile la lotta agli imbrogli sul campo”. Già…

Enrico Steidler

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