Calcio Estero
Barcellona, Luis Enrique per il nuovo inizio
La notizia era già trapelata da tempo nell’ambiente blaugrana, ma ora c’è l’ufficialità: il Barcellona riparte da Luis Enrique, per tornare a vincere dopo gli “zeru tituli” di quest’anno, sotto la gestione del “Tata” Martino. L’ex giocatore-bandiera del club catalano avrà il compito di ridare un’anima alla squadra, apparsa quest’anno vulnerabile come non mai, sia in campo che nello spagliatoio. Durante la conferenza stampa di presentazione – in queste ore – Luis Enrique ha manifestato il suo orgoglio e la sua felicità nel ricoprire quest’incarico, aggiungendo: «Da quando ho lasciato il Barcellona B sapevo che un giorno sarei tornato. Sono pronto a costruire un Barça fantastico». Si riparte quindi da un figlio del club, così come era stato con la scommessa più che vincente di Pep Guardiola – anch’egli aveva iniziato con il Barça B – proseguendo poi con il povero Tito Villanova. Entrambi allenatori vincenti ed entrambi Made in Barcellona.
LUCHO ALLA GRANDE SFIDA – Luis Enrique è una bandiera per il barcelonismo, pur avendo iniziato la carriera da giocatore vestendo per ben 5 anni l’odiata maglia dei rivali del Real Madrid. Nel 1996 passa al Barcellona con cui vincerà, nelle successive 8 stagioni, coppe e campionati, indossando anche la fascia di capitano. Accetta di guidare il Barcellona B dalla panchina, sostituendo il suo ex compagno di centrocampo Guardiola, divenuto allenatore di Messi&Co. Sotto la sua guida le riserve del Barcellona ottengono la promozione in Segunda División – la nostra Serie B – piazzandosi poi addirittura nella zona playoff, a cui non prenderà parte non potendo militare nella stessa serie della prima squadra. Nel 2011 lascia la Spagna per provare l’esperienza alla Roma, scelto come primo tecnico della nuova gestione giallorossa. La sua avventura dura solo un anno: l’eliminazione immediata dall’Europa League, gli scarsi risultati in campionato con l’obiettivo qualificazione alle coppe clamorosamente bucato – non succedeva dal 1997 – portano alle sue dimissioni. Riparte dal Celta Vigo dove quest’anno ha ben impressionato, portando la squadra ad una tranquilla salvezza e offrendo un gioco divertente e offensivo ai tifosi galiziani. Ora torna a casa per quella che sembra essere la più difficile delle missioni, ma che solo uno come lui, con un immenso cuore blaugrana, può portare a termine. Sarà anche una possibilità di rivincità sul calcio italiano che l’ha scaricato, forse troppo presto – vedi Simeone a Catania – non dando il tempo a Luis Enrique di dimostrare il suo valore. Ai posteri l’ardua sentenza.
IL FANTACALCIO DI LUIS – Il Barcellona sarebbe pronto ad accontentare le richieste fatte dal suo nuovo allenatore. Luis Enrique avrebbe chiesto di rinforzare ogni reparto della squadra, con maggiore attenzione alla difesa, unico vero tallone d’achille di una squadra che fino a qualche anno fa sembrava composta da extraterrestri, rasentando la perfezione. Potendo godersi i freschi rinnovi di Pique e soprattutto di Lionel Messi, anche lui voglioso di riscatto, e i rientri dai prestiti di Delofeu e Rafinha, Lucho ha già visto arrivare il portiere che rimpiazzerà Victor Valdes: si tratta del giovane Ter Stegen, ex Borussia Mönchengladbach, inseguito da mezza europa, ma già bloccato dal Barcellona ad inizio anno. Per la difesa occhio a David Luiz, Kompany, Marquinhos e all’ultimo nome caldo, Mehdi Benatia. Uno di questi consentirà a Mascherano, salvo sorprese di mercato, di tornare ad occupare il centrocampo, dove dovrebbe trovare uno fra Pogba, Vidal e Yaya Tourè. Il ritorno dell’ivoriano sembra essere l’ultima pazza idea in casa Barcellona, che potrebbe decidere clamorosamente di rinunciare a Xavi, vero pilastro del grande Barça. Per l’attacco continua a circolare l’indiscrezione della partenza di Sanchez, autore del gol che ha illuso i 90000 del Camp Nou nella finale di Liga contro l’Atletico Madrid. Cuadrado potrebbe sostituire il cileno, sempre più in orbita Juventus, dalla quale arriverebbe Llorente: la punta di peso richiesta da Luis Enrique. per segnare i gol della rinascita culès.
Jacopo Rosin (@JacopoRosin)