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Pallone d’Oro o Mr.Liga? Il curioso caso di un premio sempre più a senso unico
Pubblicato
7 anni fa|
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Vincenzo GaldieriLa storia è quantomeno curiosa. Come tutti ben sappiamo, ogni anno a gennaio viene assegnato il più prestigioso premio internazionale a livello individuale: il Pallone d’Oro. Anzi, sarebbe meglio dire il Fifa Pallone d’Oro. Premio nuovo, istituito nell’annus domini 2010, che nasce dalla fusione tra Pallone d’Oro e Fifa World Player. Fino a quell’anno infatti i due riconoscimenti erano distinti e separati. Si votava sempre il migliore al mondo, ma da una parte decidevano i giornalisti e dall’altra commissari tecnici e capitani delle Nazionali. Poi la decisione: troppo scomodo averne due, forse anche confusionario. Meglio uno e basta, che indichi in maniera chiara e precisa i migliori al mondo. Da quell’anno in poi, però, le cose sono cambiate. Se infatti fino al 2009 c’era una grande varietà nella scelta dei migliori, dopo la fusione il premio è diventato completamente a senso unico: i Numeri Uno, Due e Tre sono sempre in Spagna. Non importa chi vinca la Champions League o chi sia più decisivo in generale nell’arco di una stagione, tanto vincono sempre loro. Giusto o sbagliato che sia.
MONOPOLIO SPAGNOLO – Chiariamo subito: i monopolizzatori del podio per il Pallone d’oro di Fifa e France Football sono indubbiamente tra i migliori calciatori al mondo, su questo non ci piove. E vederli ogni anno sui primi tre gradini non è assolutamente un crimine, data la loro provata e straordinaria forza. Ma il discorso è un altro. In pura teoria, il premio andrebbe assegnato a chi è stato più bravo nell’anno appena passato: non al migliore in assoluto. Il fatto che i vari Messi, Ronaldo, Xavi ed Iniesta siano calciatori meravigliosi, dei quali si parlerà anche nei secoli a venire, non è mai stato in discussione. Ma siamo sicuri invece che nell’arco dell’ultimo quadriennio abbiano sempre meritato più di altri?
MILITO, ROBBEN, SNEIJDER, DROGBA: CHI SONO QUESTI? – Il problema, appunto, è che i calciatori di campionati diversi dalla Liga non sembrano essere presi in considerazione per il Pallone d’Oro, a prescindere dalle loro prestazioni individuali e di squadra. Pensate un po’: il terzo posto di Franck Ribery di quest’anno è già storia, visto che si tratta del primo giocatore non proveniente dalla Liga a riuscire nell’impresa di insediarsi sul podio. In quattro anni infatti 11 posti su 12 del podio stesso sono stati occupati da calciatori della Liga. Quattro presenze Messi, tre Ronaldo, due Xavi ed Iniesta. Col premio che è stato vinto tre volte dalla Pulce ed una da CR7. Ognuno ha i propri gusti e le proprie opinioni, questo rimane insindacabile. Ma i calciatori che non giocano in Spagna vivono una sorta di senso d’impotenza: non basteranno stagioni da mostri umani, tanto sul podio più o meno ci finiranno sempre loro. Che, ripetiamo, sono sicuramente i migliori al mondo in assoluto. Meno certo è il fatto che lo siano ogni anno.
Pensate al 2010 (premio assegnato nel 2011): Milito e Sneijder cosa ci facevano fuori dal podio? Il primo protagonista indiscusso del Triplete, con grappoli di gol, reti decisive in tutte le partite finali – gol col Siena per lo Scudetto, gol in finale di Coppa Italia, addirittura doppietta in finale di Champions League – il secondo finanche più esagerato: vince tutto, top player principale della Champions e pure del Mondiale, dove chiude capocannoniere e trascina l’Olanda ad una storica finale. Evidentemente non è bastato nemmeno per arrivare terzi. Frustrazione, incredulità, ma tant’è. Sarà stata difficile da digerire anche per Didier Drogba, che un paio d’anni dopo ha fatto sua la Champions League giocando in maniera imbarazzantemente strepitosa: lo schema era “Drogba +10″. Col Chelsea tutto chiuso in difesa e lui costretto a giocare da solo contro gli avversari nell’altra metà campo. Riuscendo pure a vincere. Ma per la giuria del Fifa Ballon d’Or nemmeno questo è stato sufficiente.
E poi c’è Robben. Siamo ai giorni nostri. Un esterno che ha semplicemente vinto da primattore il Triplete col Bayern, realizzando pure il gol decisivo nell’epica finale tutta tedesca. Ma si potrebbe menzionare pure Lewandowski, primo ed unico giocatore al mondo a realizzare un poker in una semifinale di Champions League. Proprio al Real Madrid di Ronaldo (che, per inciso, ha comunque trionfato meritatamente). Ma neppure stavolta è bastato per esser presi in considerazione. Non basta mai. La giuria è innamorata del calcio di Spagna, e lungi da noi volere fargli cambiare idea. Un consiglio però lo si può dare: bando alle ciance, dall’anno prossimo il premio chiamatelo Mr.Liga.
Vincenzo Galdieri
Twitter: @Vince_Galdieri
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