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Inter “Stramanesca”: sfiorata la rissa fra Cassano e il tecnico nerazzurro
Pubblicato
9 anni fa|
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Enrico Steidler

Andrea Stramaccioni, tecnico dell’Inter
APPIANO GENTILE, 2 MARZO – La matematica, come è noto, non è un’opinione, e in questa ferrea disciplina la somma è sempre il risultato di due o più addendi: quando si parla dell’Inter, tuttavia, e dal rassicurante mondo delle scienze esatte si passa a quello inconoscibile del calcio e dei suoi uterini protagonisti, anche le certezze più evidenti crollano miseramente, e una semplice addizione può dare, anzi dà quasi sempre, il prodotto di una moltiplicazione “esplosiva”.
LE PREMESSE DEL LITIGIO – Si prendano, ad esempio, alcuni addendi: 1) rendimento al di sotto, molto al di sotto, delle aspettative nelle ultime 15 partite, che hanno fruttato solo 4 vittorie e la miseria di 17 punticini (anche se in parte riscattato dai risultati ottenuti in Europa League e da altre soddisfazioni – vedi i derby e la vittoria allo Juventus Stadium – raccolte qua e là); 2) concreta possibilità di non rientrare fra le prime tre del campionato e, quindi, di non accedere alla Champions League per il secondo anno consecutivo, ipotesi – questa – resa ancora più realistica dal (3) grave infortunio di un giocatore fondamentale come Diego Milito; 4) atavici e irrisolti problemi di spogliatoio che sempre riemergono quando la squadra vive un momento difficile; 5) carattere non proprio docile e conciliante di alcuni uomini di spicco, fra cui l’allenatore (promettente ma inesperto e un po’ permalosetto) e il fantasista Antonio Cassano. Ora provate a sommarli e non otterrete il risultato atteso dalla logica e dal buon senso (un clima un po’ pesante, o al massimo, un nervosismo diffuso e palpabile ma niente più), ma quello che si ricaverebbe agitando i suddetti addendi in uno shaker, e cioè un megalitigio fra Stramaccioni e Fantantonio sedato a fatica da Cordoba e Stankovic, un reciproco scambio di insulti e di spintoni che, al di là delle solite e frettolose riconciliazioni di circostanza, lascerà dietro di sé uno strascico velenoso e una situazione difficile da ricomporre.
“PINETINA SALOON” – Le notizie che trapelano dalla Pinetina parlano di una zuffa nata uscendo dal campo alla fine dell’allenamento ed esplosa negli spogliatoi, un “confronto” (come viene immancabilmente definita la quasi rissa nell’eufemistico gergo dei comunicati ufficiali) scaturito da una conversazione qualunque (tipo: “che ora è?” “non lo so, ho lasciato il Rolex nella giacca”) e che si è alimentata pian piano, di parola in parola fino alle frecciate e di lì alle vie di fatto. Solo il pronto ed energico intervento dei due gloriosi senatori nerazzurri ha impedito, così pare, che il confronto si concludesse in infermeria.
E se l’Inter avesse appena perso il derby, viene da chiedersi, cosa sarebbe successo? E chissà che fuochi d’artificio sarebbero scoppiati se fosse stata buttata fuori dal Cluj in Europa League (e invece ha vinto 5 a 0 fra andata e ritorno), o se ora fosse nona o decima in campionato (al contrario è quinta a soli tre punti dalla zona Champions)!
D’accordo, le aspettative erano diverse e ben più elevate: e tuttavia il bicchiere mezzo vuoto è anche mezzo pieno (si pensi proprio a Cassano, ad esempio, che in questa stagione ha già totalizzato 9 gol e 10 assist: gliene manca solo uno per riscuotere il premio promessogli da Moratti ad agosto), e la prospettiva di riempirlo ulteriormente – che i nerazzurri possono realizzare malgrado le difficoltà e la malasorte – si complica parecchio se vengono meno la coesione e la necessaria serenità.
Però, si sa, il calcio è strano, e a volte proprio un reciproco vaffa può essere la scintilla giusta per far ripartire un motore un po’ ingolfato, ma potente. Il banco di prova, e che prova, è il campo di Catania, dove i nerazzurri sono attesi dalla squadra-rivelazione di questo campionato: domani quindi si vedrà se la tempesta è la premessa del bel tempo (che può essere annunciato anche da un pareggio) o di un ciclone simile ai tanti che hanno già devastato l’Inter negli anni passati. Moratti, in ogni caso, ha poco tempo per ricucire, e ora anche il rinnovo di Fantantonio (dato per scontato fino a ieri) potrebbe sfumare insieme a tante belle speranze.
Enrico Steidler
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