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Sead Kolasinac, l’idolo della classe operaia

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C’è una foto che sta circolando un po’ ovunque sui social, in cui si vede Kolasinac contrastare un avversario mentre, sullo sfondo, si legge uno striscione dedicato proprio a lui: “Idol of the working class”. Idolo della classe operaia.

C’è una foto che sta circolando un po’ ovunque sui social, in cui si vede Kolasinac contrastare un avversario mentre, sullo sfondo, si legge uno striscione dedicato proprio a lui: “Idol of the working class”. Idolo della classe operaia.

La foto, a dire la verità, non è proprio recente. È stata scattata il 23 ottobre, giorno della sfida tra Atalanta e Celtic Glasgow, gara di Champions League. Ma cosa c’è dietro questo soprannome, dietro questa dedica? Per rispondere alla domanda dobbiamo scavare nel passato del terzino bosniaco, ma nato in Germania.

Kolasinac. Fonte Foto: CalcioAtalanta

Kolasinac. Fonte Foto: CalcioAtalanta

Le radici tedesche ma il cuore bosniaco

Dobbiamo tornare indietro fino al 1993, anno in cui Kolasinac è nato. Anzi, dobbiamo andare indietro fino agli anni 80, quando il padre, Faik, decise di lasciare Capljna, cittadina in Bosnia, per trasferirsi a Karlsruhe, Germania. Faik è un montenegrino di Niksic, da quando ha 10 anni gioca a pallone, livello amatoriale, ma il fisico non lascia dubbi. “È tutta genetica – ha raccontato – quando l’allenatore dello Schalke, Huub Stevens, ci ha visti sedere vicini ha detto che era ovvio da dove venisse il fisico di Sead”.

La carriera, anzi la storia di Kolasinac, inizia quindi a Karlsruhe, sud-ovest della Germania, città industriale fondata nel 1715 e sede di importanti fabbriche automobilistiche, con aziende come Mercedes-Benz che qui hanno stabilito impianti di produzione, contribuendo allo sviluppo economico e offrendo opportunità lavorative. Per tutti, soprattutto per chi viene da fuori, in particolare dai Balcani. Negli ultimi decenni, lavoratori provenienti da Serbia, Croazia e Bosnia si sono stabiliti qui, arricchendo la cultura locale e fornendo una forza lavoro essenziale per l’industria e i servizi.

Le giovanili nello Schalke, dove resta fino al 2017, prima di andare all’Arsenal. La prima convocazione in nazionale è quella tedesca, ma poi, nel 2013, arriva la scelta: la Bosnia chiama e lui non può rispondere di no.

Kolašinac. Fonte Foto: Sportske.ba

Kolašinac. Fonte Foto: Sportske.ba

Terzino operaio, “duro come un albero”

A Bergamo è l’idolo della classe operaia, in Premier League è stato il Tank, il carrarmato, ma è un altro il soprannome che dice molto di Kolasinac. E a darglielo è stato un altro suo allenatore ai tempi dello Schalke, Jens Keller: “Sead è un albero. Prende una botta in testa, se la scrolla di dosso e continua a giocare superbamente”.

Lo sanno bene anche all’Atalanta, dove è approdato dopo un breve ritorno in Germania e un anno e mezzo a Marsiglia. La scorsa stagione è stato una colonna portante della squadra, con 43 presenze. Quest’anno non sembra essere da meno. Non sempre titolare, ma sempre gregario efficace. Un terzino operaio, forte come un carrarmato e resistente come un albero.

Prof di giorno, giornalista freelance di notte. Direttore de il Catenaccio e Head Writer di Sportcafe24.com

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