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Luka Modric, il re del centrocampo che dribblava le bombe nelle strade di Zadar

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Modric Calciomercato Inter Milan

Qualcuno una volta ha detto: “Rompeva più finestre lui con un pallone che i serbi con le loro bombe”. Ventisei anni fa Luka Modric era un rifugiato in fuga dalla guerra dei Balcani. Nel parcheggio di un albergo croato, adibito a nascondiglio dei profughi, prendeva a calci palloni sgonfi. Con la sua famiglia fuggiva dalle granate. Suo nonno era stato assassinato dai serbi nel villaggio di Obrovac; lui, con i suoi genitori, era fuggito a Zadar. Mentre le bombe cadevano, il giovanissimo Luka si rifugiava nel suo mondo giocando a calcio. Il bambino piccolo ed esile, con un caschetto biondo e i denti sporgenti, si divertiva a palleggiare.

MODRIC, LA STORIA

Quel pallone era il suo migliore amico. Lo coccolava tutto il giorno, almeno fino a quando non suonavano le sirene e bisognava scappare, per evitare una delle circa 600 bombe che ogni giorno cascavano dal cielo di Zadar. Il sogno sarebbe stato quello di giocare nell’Hajduk Spalato, ma venne bocciato durante un provino. Qualcuno, però, lo nota. Così, entra a giocare nelle giovanili dell’NK Zadar nei primi anni ’90, quando la guerra è ancora un problema molto serio.

È lì che, però, impara a giocare. Lì inizia a comprendere con attenzione, sensibilità e precisione cosa succede in campo. Lì sviluppa l’intelligenza tattica che lo ha poi portato, oggi, ad essere uno dei migliori registi del calcio internazionale. La prima svolta nella carriera arriva nel 2011, quando passa alla Dinamo Zagabria. Un paio di prestiti, uno in Bosnia l’altro in Croazia, poi la progressiva affermazione come calciatore universale. Nel 2008 il passaggio al Tottenham: quattro anni in Inghilterra, poi il trasferimento al Real Madrid, pronto a vincere tutto. Gli occhi di tutte le Big d’Europa puntati addosso mentre lui, con disinvoltura, prende in mano le redini del centrocampo di una delle squadre più forti del mondo.

LA CONSACRAZIONE

Con i blancos Modric vince una Liga, una Coppa del Re ma soprattutto quattro Champions League, le ultime tre consecutive. Ma è l’impresa con la maglia della Croazia nel 2018 a proiettarlo nella gloria: è lui il faro del gruppo che a sorpresa batte Argentina, Russia e Inghilterra, e che si ferma solo davanti alla vittoriosa Francia. Ma non solo: Luka Modric è stato il calciatore capace di mettere fine alla diarchia di Messi e CR7: nello stesso anno ha vinto il Pallone d’Oro, il più prestigioso riconoscimento calcistico assegnato dalla rivista France Football grazie al voto di 173 giornalisti da tutto il mondo. Spirito di lottatore e tocco di palla unico, ma del resto cosa aspettarsi da uno che aveva dribblato bombe?

MODRIC, DAL SUONO DELLE BOMBE A QUELLO DEGLI APPLAUSI

Ecco, la storia di Luka Modric è un vero e proprio esempio. Di forza, di fortuna, ma anche di umiltà. Non è un caso che dopo il trasferimento al Real Madrid abbia scelto di abitare in una villa modesta, rispetto ai suoi compagni, e che abbia deciso di occuparsi del trasloco da solo. Non ha dimenticato, Luka, da dove viene. Non ha dimenticato il passato che lo ha reso chi è oggi. Oggi che ormai il suono delle bombe è stato sostituito da quello degli applausi. E se li merita tutti.

Alessandra Santoro

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