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Raúl Albiol, da Vilamarxant a Napoli. La storia del ‘Patrón’
Pubblicato
2 anni fa|
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Cristiano CorboNato a Vilamarxant, Valencia, Raúl Albiol entra subito nel mondo del calcio: e c’entra tanto suo zio, José Luis Albiol Balaguer, in passato giocatore del Valencia CF. Iniziò la sua formazione insieme a suo fratello, Miguel Albio, nelle categorie inferiori del Ribarroja CF, finché fu preso dagli osservatori del Valencia per le sue basi calcistiche. Arrivò al Mestalla ad appena 18 anni, era l’estate del 2003. Il debutto? In Segunda B, il 31 agosto del 2003 contro il Castellon. In quella stagione giocò un totale di 35 partite con la ‘filiale’, segnando addirittura due gol.
Le sue qualità come difensore centrale, così come la sua tecnica e la capacità nel gioco aereo, non passarono inosservate a Rafa Benitez. Albiol aveva già fatto il precampionato con la prima squadra, e il 3 agosto del 2003, debuttò in una partita ufficiale del Valencia in Coppa Uefa. L’avversario era l’Aik Solna, club svedese. Quella stagione continuò a far parte della rosa del Mestalla, entrando in alcune convocazioni della prima squadra. Alla fine della stagione, il club decise che la miglior opzione per far continuare la sua crescita sarebbe stata una cessione, per la quale il calciatore andò via, ceduto, per una stagione al Getafe. Il suo allenatore divenne Quique Sanchez Flores. Fondamentale.
Il 2 agosto del 2004, durante una traversata verso Madrid, Raúl Albiol ebbe un grave incidente automobilistico, per il quale dovette subire un intervento d’urgenza, molto delicato: gli avevano diagnosticato diversi traumi dorsali e lombari, e un’emorragia interna che obbligò i chirurghi a intervenire per asportare la milza. Nonostante tutto, la cessione si bloccò. E nonostante si arrivasse a temere addirittura per la sua carriera, debuttò in Liga quattro mesi dopo lo sfortunato episodio. Nella squadra ‘azulòn’, Albiol rese a un altissimo livello, giocando 19 partite e segnando un gol.
Nell’annata successiva, Quique Sanchez Flores fu nominato allenatore del Valencia, e la prima richiesta fu proprio riferita a quel giovane centrale, che avrebbe aiutato in termini di disciplina la squadra all’ombra del Mestalla. Dal suo arrivo, Raul Albiol divenne un elemento fisso, al centro della difesa, lungo ben quattro stagioni. Giocò un totale di 158 partite ufficiali, segnando 7 gol. La sua progressione, il suo miglioramento, fu clamoroso. E arrivò anche la chiamata della selezione spagnola, il 13 ottobre del 2007 fece il suo debutto contro la Danimarca. Da quella convocazione ne seguirono altre: aveva conquistato anche la Spagna. E vinse l’Europeo, per ben due volte, oltre al Mondiale con la Spagna.
Con il Valencia divenne un titolare indiscutibile per tutti gli allenatori che passarono per la sua panchina: Quique, Koeman, Voro, Emery. Copa del Rey da titolare, proprio contro il suo Getafe nel 2008; nel giugno dell’anno successivo, in piena crisi economica, il Valencia lo vende al Real Madrid per 15 milioni di euro. Alla corte dei blancos, altre quattro stagioni: sempre titolare, 144 presenze ufficiali. E una Liga, una Copa e una Supercoppa. Nel 2013, riecco Benitez e l’occasione Napoli: per 12 milioni di euro diventa azzurro. E’ una bella storia d’amore, quella tra Raul e la città italiana. La più bella e la più duratura. Un racconto da 232 presenze e 6 gol, oltre a 11 assist. Nello spogliatoio è il leader assoluto, dall’alto della sua esperienza e del suo carisma. Ha fatto tanto, per il Napoli. Il Patron, come lo chiamano i compagni, ha dato disciplina e ordine a un gruppo in cui le regole hanno pesato tantissimo. E non ha intenzione di fermarsi qui.
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