Cronaca
Matteo Salvini, il leghista nero che fa di ogni “erba” un fascio
Matteo Salvini, cosa pensa della Nasa e della sua prossima missione fra i pianeti di Giove? Non capiscono niente: pensassero a monitorare le nostre spiagge, piuttosto. E della politica ambientalista di Obama? Nel suo Paese ci sono milioni di persone che vivono sotto i ponti e lui si preoccupa del monossido di carbonio. Noi della Lega diamo la precedenza agli uomini. E del caso di Cecil, il leone ucciso in Zimbabwe? Come sopra: io penso alle famiglie, milioni in tutto il mondo, che vivono grazie all’industria delle armi. Altro che leoni.
DEMAGOGIA IN SALSA PADANA – Ecco tre esempi – di fantasia – per illustrare il meccanismo (l’unico) della dialettica salviniana: quando si parla di qualcosa che non gli piace, il leader della Lega Nord trova sempre qualcos’altro di più importante, qualcosa di più trascurato da tutti tranne che dal suo partito. E se si allude ai valori, ecco che il suo pensiero vola subito agli unici che conosce: quelli quotati in Borsa. Prendete il caso Cocoricò, ad esempio, e la lunga intervista pubblicata questa mattina da Qn: “Il ministro Alfano che parla di chiudere tutti i locali… – esordisce Salvini facendo riferimento alla chiusura della discoteca romagnola e alle misure draconiane promesse dal ministro dell’Interno – Si preoccupi piuttosto di rimotivare ed equipaggiare gli uomini della Polizia di stato. Ci sono macchine vecchie con trecentomila chilometri, le ho viste io. Oppure piuttosto responsabilizziamo i gestori (neppure Bagnasco riuscirebbe a fare un simile discorso restando serio, ma tant’è…, ndr.)”.
PANEM ET COCORICENSES – E poi ancora: “Il Cocoricò lo considero un caso a parte – precisa Salvini prima di piazzare il colpo celodurista – ci sono stati troppi episodi negli anni, evidentemente lì non c’è stata la capacità di prevenire e intervenire. Ma per la maggioranza dei locali è diverso, anche perché ci sono decine di migliaia di posti lavoro in ballo (…) Il problema, conclude il nostro eroe rimettendo la Croce Rossa al centro del mirino, è che “Alfano usa la discoteca come ultima spiaggia, della serie ‘Dagli alla discoteca’… Non ne azzecca una sui centri profughi, ci sono rivolte in mezza Italia e lui trova il suo nemico nelle discoteche. Per non parlare del fatto che il nostro Parlamento dà un pessimo esempio proponendo la legalizzazione di alcune droghe (la cannabis, ndr.) Allora a che titolo vai a dire a un ragazzo di non impasticcarsi se oltre duecento parlamentari vorrebbero che lo Stato spacciasse? L’unico movimento che non ha firmato la proposta è la Lega e ne sono orgoglioso, perché la droga fa male“.
FUMA CHE TI PASSA – Parlare d’altro: ecco l’unico (ma efficacissimo) stratagemma dialettico di Salvini, come si diceva prima, ma a ben vedere c’è qualcosa di più, e di peggio: la tendenza spudorata a fare di ogni erba un fascio – mettere “alcune droghe” sullo stesso piano delle pasticche-killer, ad esempio – e una spiccata propensione a raccontare frottole a ruota libera. “…oltre duecento parlamentari vorrebbero che lo Stato spacciasse?“ Cosa? “I maggiorenni potranno detenere una modica quantità di cannabis per uso ricreativo, 15 grammi a casa e 5 grammi fuori casa – disse tre settimane fa Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari Esteri , presentando ai media la proposta di legge – Divieto assoluto per i minorenni. Sarà inoltre possibile coltivare in casa fino a cinque piante e detenere il prodotto da esse ottenuto, previa una semplice comunicazione. È invece vietata la vendita del raccolto e la comunicazione, attraverso una modifica della legge sulla privacy, sarà trattata come richiesto dai dati sensibili”. Insomma: chi è lo “spacciatore” qui? Lo Stato o Salvini?
E perché non si rilassa un po’ il grande leader? Perché è sempre così agitato, turbolento e attaccabrighe? Ok, d’accordo: questo atteggiamento paga in termini elettorali, lo sappiamo, ma qui si sta esagerando. Qui urge un rimedio. La salute dei nervi è una sola e una cartina – opportunamente riempita – può fare miracoli. Lo diciamo per il suo bene, ma anche per il nostro.
Enrico Steidler