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Da Baggio a Del Piero, da Totti a Cassano: è l’Italia di… Candreva
Messe da parte le annose polemiche sulle convocazioni di Cesare Prandelli, è arrivato il momento di capire che forma prenderà l’Italia nell’imminente Mondiale brasiliano. Ventitré nomi per undici posti: la caccia allo schieramento tattico vincente è aperta. Ogni nazionale che si rispetti ha sempre un uomo chiave ed un jolly in grado di far saltare il banco: un trionfo non nasce dai numeri, dalla definizione ideale di un modulo, ma dagli uomini messi in campo, in grado di assecondare più idee di gioco a seconda delle esigenze del match. Normalmente, chi vince ha la dote di essere camaleontico. Anche l’Italia di Prandelli ha questa qualità, e lo deve principalmente ad Antonio Candreva.
IL JOLLY CANDREVA – Il centrocampista della Lazio è un mix di fattori potenzialmente letali: ottimo nel dribbling, ha visione di gioco, il giusto carisma, notevoli doti atletiche, un tiro forte e preciso, discrete qualità in copertura e, più di tutto, grande adattabilità tattica. Universalmente riconosciuto come centrocampista, la definizione è riduttiva. Candreva ha iniziato la sua carriera da trequartista, ha continuato da play basso, si è adattato a giocare da mezzala ma si è fin qui espresso ai massimi livelli nel momento in cui è stato utilizzato da ala destra (nella definizione più ampia che il termine può contenere). In una parola, è un jolly perfetto, ideale per ogni situazione di gioco.
VERRATTI E CANDREVA, DESTINI INCROCIATI – La presenza di Candreva tra i ventitré potrebbe permettere a Prandelli di schierare l’Italia con un modulo originale, moderno ma ricco di elementi cardine della storia del calcio: il 4-1-4-1. Lo scacchiere prandelliano (verrà sperimentato stasera contro il Lussemburgo) prevederebbe l’utilizzo del doppio regista (Pirlo e Verratti), esenti da compiti strettamente difensivi e quindi necessariamente supportati da un libero (De Rossi) e due ali veloci e dinamiche, abili in copertura nella fase di non possesso. Le qualità di Candreva (sull’out sinistro potrebbero essere impiegati Cerci o Marchisio) si sposerebbero perfettamente con i ruoli di Pirlo e Verratti, che avrebbero più libertà d’azione in cabina di regia. In sostanza, l’impiego del centrocampista del PSG non prescinderebbe dall’utilizzo di Candreva, che diventerebbe per Prandelli quello che fu Camoranesi per Lippi nel 2006 (anche se la mediana di quella squadra aveva caratteristiche differenti).
SOLUZIONI ALTERNATIVE – Le soluzioni tattiche non finiscono qui. Il dinamismo di Candreva potrebbe essere infatti esaltato in un 4-2-3-1 con Cassano ed Insigne sulla trequarti (atteggiamento rischioso, ma potenzialmente utile in alcune fasi), in un 4-3-3 o addirittura in uno spregiudicato 4-2-4, che ricorderebbe la primissima Juventus di Conte. Impensabile proporre dal primo minuto scacchieri del genere (4-3-3 a parte), ma in un Mondiale è fondamentale prepararsi ad ogni evenienza. Comunque andrà, l’uomo in più sarà presumibilmente Candreva, vera e propria scheggia impazzita di quest’Italia. A Prandelli spetterà l’arduo compito di farlo rendere al massimo delle sue potenzialità. Non sarà facile, ma potrebbe essere la chiave di volta del nostro Mondiale.
Antonio Casu
@antoniocasu_