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Immenso Federer, a Toronto finale numero 120 contro Tsonga
Pubblicato
8 anni fa|
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Davide Terraneo
Ancora una volta è Roger Federer ad infiammare il pubblico di Toronto, 8 anni dopo il suo ultimo titolo nella Rogers Cup. Il tennista svizzero, 33 anni compiuti da poco, sembra aver trovato una seconda giovinezza nel torneo canadese, riuscendo ad abbinare al suo inimitabile stile di gioco un’efficacia che sembrava smarrita nelle ultime stagioni.
LOPEZ SCONFITTO – Nella semifinale, il numero 3 del seeding ATP regola lo spagnolo Feliciano Lopez, che aveva in precedenza eliminato il pericoloso Milos Raonic. Il primo set si decide nel rocambolesco quarto gioco, quando Federer spreca sei palle break (di cui tre consecutive sullo 0-40) ma riesce comunque a strappare il servizio all’avversario. Dopo aver fallito nei game successivi altre tre possibilità di vincere un turno in fase di ricezione lo svizzero chiude con il punteggio di 6-3. Nel secondo parziale invece Re Roger non spreca l’opportunità di ottenere un break in apertura, e non concede alcuna chance all’avversario di rientrare, battendolo 6-4. In vista della finale ci sarà molto da lavorare: la percentuale di prime di servizio in campo è stata appena superiore al 50%, e sebbene sia riuscito a cavarsela vincendo il 67% dei punti sulla seconda senza mai concedere un break point, la battuta è un’arma fondamentale per uscire da situazioni complicate.
120 FINALI – Con il torneo canadese, Federer raggiunge la sua centoventesima finale ATP. La prima fu addirittura nel febbraio del 2000, quando fu sconfitto a Marsiglia dal connazionale Marc Rosset al tie break del terzo set. Il primo trofeo arrivò l’anno successivo al torneo di Milano. E fu solo l’inizio di una straordinaria carriera, che ha portato nella bacheca dello svizzero (finora) 79 trofei, di cui 17 Slam, record assoluto. Dopo un 2013 difficile con il solo successo ad Halle e due finali conquistate a Roma e Basilea, la leggenda del tennis ha ritrovato vigore in questa stagione, con i titoli di Dubai e Halle e 4 finali perse, di cui famosissima quella nel suo Wimbledon, torneo conquistato ben 7 volte. Tutti numeri impressionanti di un grande campione che continua a dimostrare le sue straordinarie capacità nonostante l’età inizi a togliere la brillantezza di pochi anni fa. Con questa condizione fisica e la classe innata, lo US Open può essere un obiettivo concreto.
TSONGA MINA VAGANTE – Non sarà per nulla semplice però sconfiggere in finale uno Tsonga così in forma. Il francese, dopo aver eliminato agli ottavi di finale Novak Djokovic perdendo solo 4 game, batte con qualche brivido il bulgaro Dimitrov, a cui annulla 4 break point nel corso dell’incontro vinto 6-4 6-3. I precedenti sono nettamente a favore di Federer, ma nell’unico confronto canadese fu il transalpino ad avere la meglio, nel 2011. Fantasmi da scacciare per mister 17 Slam, che non vince un Masters 1000 da poco meno di due anni. Stavolta ci sono due nuovi piccoli tifosi a cui dedicare la vittoria.
Davide Terraneo
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