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Riforme in 1000 giorni, immigrazione, nomine: così Renzi alla Camera

Renzi presenta alla Camera il pacchetto di riforme da attuare in 1000 giorni. Quale miglior occasione del semestre Ue di presidenza italiana. Sul tema dell’immigrazione non le manda a dire e ribadisce la necessità che l’Europa “Sia solidale o si tenga la moneta unica”. In Aula il premier affronta anche il tema della disoccupazione “L’Ue è un bivio: deve cambiare e ridurre disoccupazione”
RIFORME IN 3 ANNI- Al semestre di presidenza italiana il Paese si presenta con un pacchetto unitario di riforme. “Ci prendiamo un arco di tempo più ampio, di medio periodo, mille giorni, dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017- così dice Matteo Renzi alla Camera- su cui sfidiamo il Parlamento: 1000 giorni in cui individuare – continua il premier- come cambiare il fisco, lo sblocca Italia, come migliorare il Paese”.
PER LE RIFORME SERVE FLESSIBILITA’- Il governo italiano non chiede di poter sforare il tetto del 3%. “Abbiamo sempre detto che rispettiamo le regole. Le abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo, ma c’è modo e modo di affrontare le regole”, spiega Renzi. “È evidente, però, che lo scambio tra il processo di riforme e l’utilizzo dei margini di flessibilità che ci sono è quello che è sempre accaduto”. Basta guardare ai precedenti di Francia e Germania “Alle vestali del rigorismo austero e tecnocratico vorrei ricordare che quando l’Italia, nel 2003, presiedeva in Europa, la Germania e la Francia chiesero di sforare il 3% -prosegue il presidente del Consiglio- sottolineando come la Germania avviò allora una straordinaria stagione di riforme, che le ha consentito di essere fuori, più di altri, dalla crisi”. Per il nostro premier è finito il tempo dell’austerity, ora bisogna parlare di crescita. Secondo Renzi “Viola il trattato chi parla solo di stabilità, non chi parla di crescita. Non c’è possibile stabilità senza crescita. Senza crescita c’è l’immobilismo”.
IN EUROPA UN’ITALIA FORTE E AMBIZIOSA- “L’Europa non è altro da noi, portiamo in Europa un’Italia forte, non alziamo la voce in Ue, alziamo l’asticella delle ambizioni”. Queste le parole di Matteo Renzi rivolte alla Camera in previsione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno. “Agli italiani e alle italiane forse è mancata l’autostima per sentirsi protagonisti del processo europeo. Ma l’Europa non è qualcosa di altro da noi”. Rivolgendosi poi ai deputati “Sedete nei banchi in cui generazioni di giganti hanno consentito all’Europa di essere quello che è. Non rimpiccioliamo il nostro progetto e la nostra ambizione. L’Ue non può essere solo la terra di mezzo della burocrazia dove si vive di cavilli, vincoli e parametri”.
LE NOMINE UE– Riguardo alle nomine Renzi ha le idee chiare e dice “Prima diciamo dove andiamo, poi chi guida. E apriamo una discussione che sia un accordo complessivo, perché è impossibile immaginare un percorso che privi l’Ue di una visione di insieme. Chi immagina che il gap di democraticità si colmi solo indicando Juncker o un altro vive su Marte”.
IMMIGRAZIONE “UE SIA SOLIDALE O SI TENGA L’EURO”- Sul tema dell’immigrazione il premier attacca “Non basta avere una moneta, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune, o accettiamo destino e valori in comune o perdiamo il ruolo stesso dell’Europa davanti a se stessa”. Sull’immigrazione in Europa si sono viste prese di posizione al limite della xenofobia. Questo problema riguarda tutti i paesi membri non solo l’Italia, “Ue sia solidale sull’immigrazione o si tenga la moneta unica”, afferma Renzi. Inoltre, “l’Europa o è in grado di assumere la battaglia contro la disoccupazione o non ci sarà alcuna stabilità possibile”, conclude così Renzi il suo intervento alla Camera.
Dobbiamo sempre tenere in mente che l’Europa può avere un’identità solo se unita. Basta con questi programmi incentrati sul rigore e l’austerità, bisogna “osare”, perché come diceva Thomas Mann “l’Europa è la terra della ribellione, della critica e dell’attività riformatrice”.
Enza Maugeri
